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L’acqua bene comune

[ dal Forum dei movimenti per l’acqua – www.acquabenecomune.org ]
L’acqua è fonte di vita. Senza acqua non c’è vita. L’acqua costituisce pertanto un bene comune dell’umanità, un bene irrinunciabile che appartiene a tutti. Il diritto all’acqua è un diritto inalienabile: dunque l’acqua non può essere di proprietà di nessuno, ma deve essere condivisa equamente da tutti. Il modello neoliberista ha prodotto non solo una enorme disuguaglianza nell’accesso, ma anche un impatto antropico così elevato che la qualità di molti acquiferi superficiali e sotterranei è ormai definitivamente compromessa, a causa di una concezione di sfruttamento delle risorse naturali e di mancanza di equilibrio negli ecosistemi naturali.

In tutto il mondo e in centinaia di territori italiani sono nati comitati civici, coordinamenti di associazioni e cittadini per battersi insieme contro le scelte delle istituzioni internazionali, governi nazionali e locali che in questi anni hanno tentato di imporre la logica che vuole il bene acqua ridotto a merce, snaturato, inquinato.

All’insegna dello scambio e del confronto continuo di saperi ed esperienze maturate collettivamente il Forum dei Movimenti per l’Acqua rappresenta il naturale salto di qualità e consapevolezza. Creare una strategia di difesa e di proposte per un governo pubblico dell’acqua che riunisca tutte le problematiche legate a questo bene.

L’acqua è cultura: avvertiamo la necessità di riappropriarci della conoscenza del nostro territorio sul bene acqua e del simbolismo storico e culturale dell’acqua, del rapporto privilegiato con i suoi corsi , le sue sorgenti, le sue molteplici forme.

L’acqua per sua natura necessita di una visione globale: solo lavorando per progettare percorsi ed obiettivi per una gestione del territorio basata sui bacini idrografici e idrogeologici, possono essere avviate le politiche sociali ed individuali di utilizzo, programmi di corretta gestione irrigua, scelte urbanistiche ed edilizie nonché modalità diverse per gli usi industriali.

E’ per questo che il tema diventa sempre di più il paradigma da cui partire per definire un nuovo modello di società, dalle scelte dei consumi individuali fino alla gestione complessiva del ciclo idrologico.

l’Italia è il Paese europeo che consuma la maggiore quantità d’acqua pro capite con 980 metri cubi l’anno per ciascun abitante; negli usi domestici siamo ai vertici dei consumi europei, con 249 litri che scorrono ogni giorno nelle nostre case; nell’agricoltura siamo uno dei Paesi che consuma la maggiore quantità d’acqua per ettaro irrigato; inoltre siamo i primi consumatori di acque minerali al mondo.

L’inquinamento e gli sperperi (dovuti ad un’agricoltura intensiva, ad attività industriali inquinanti e ad usi domestici o dell’industria turistica irragionevoli) hanno fatto dell’acqua dolce una risorsa sempre più “rara”. Mentre negli ultimi 40 anni i consumi si sono triplicati, circa un miliardo e quattrocentomila persone oggi non hanno accesso ad una fonte di acqua potabile (e si calcola che nel 2020 saranno circa 3 miliardi).

Si apre così uno spettro di interventi dei movimenti molto vasto. Vediamo come priorità assoluta contrastare i tentativi di mercificazione e privatizzazione che arrivano dalle istituzioni internazionali (Omc, Banca Mondiale, Fmi), dalle direttive europee, dalle normative nazionali e regionali. Questi feroci attacchi al bene comune si inseriscono in una più vasta offensiva a tutti i servizi pubblici e allo stesso modello sociale europeo e nazionale.

I processi di privatizzazione, proclamati dal sistema economico dominante, stanno trasformando l’acqua da diritto di tutti gli esseri umani, in bisogno sottoposto alle regole del mercato.

E l’Italia rappresenta un terreno privilegiato di sperimentazione. Il modello Pubblico – Privato imposto per la gestione del servizio idrico integrato in molte città sta svelando le prime drammatiche conseguenze: aumento incontrollato delle tariffe, scarsa qualità del servizio, peggioramento della qualità dell’acqua erogata, esclusione delle fasce più deboli, diminuzione occupazionale.

Contestiamo queste scelte, con una nuova consapevolezza: quella di essere parte di un movimento di dimensione planetaria, che dalle lotte in America Latina, in Africa e in India chiama i movimenti ad aprire conflitti in ogni parte del pianeta.

Vogliamo però andare oltre la denuncia e la testimonianza.

Creare risposte e modelli alternativi per un governo pubblico, partecipato, capace e in grado non solo di invertire la rotta dei processi di privatizzazione, ma di progettare insieme, con le esperienze e le conoscenze dei territori, l’alternativa di un altro modello sociale.

Per questo il Forum si è posto due obiettivi principali ambiziosi: la redazione di una proposta di legge di iniziativa popolare che riveda le normative sull’acqua, dalle questioni culturali ed ambientali alle alternative gestionali, anche alla luce delle recenti norme emanate dal governo sui temi ambientali, e la creazione di un osservatorio permanente sulla gestione in Italia del servizio idrico.

Per questo chiediamo a tutte e tutti di aderire al presente appello e di moltiplicarne la diffusione e l’adesione nelle diverse realtà territoriali e non.

“Il commercio dell’acqua – dice un antico proverbio tuareg – porta alla miseria”.

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Questo sito nacque alla fine del 1999 con l'obiettivo di offrire un contributo alla riflessione sulla crisi della democrazia rappresentativa e sul ruolo dei mass media nei processi di emancipazione culturale, economica e sociale. Per alcuni anni Nonluoghi è stato anche una piccola casa editrice sulla cui attività, conclusasi nel 2006, si trovano informazioni e materiali in queste pagine Web.

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