Quattro i testi ascoltati ieri nel processo di Genova sui fatti della scuola Diaz durante il G8 del 2001, tutti tedeschi, tutti presenti nella scuola Pertini al momento dell’irruzione della polizia la notte del 21 luglio 2001. I primi due, GB e SL, sono due giovani fidanzati. All’arrivo della polizia scappano al primo piano della scuola, e attendono i poliziotti con le mani alzate. La scena è stata ormai dettagliatamente raccontata dai testimoni che li hanno preceduti. I poliziotti ordinano ai ragazzi di sdraiarsi a terra e poi cominciano a picchiarli. G., in particolare viene ferito alla testa e al naso. I ragazzi ricordano solo che i poliziotti erano in uniforme blu, ma sono troppo impauriti per guardare meglio. S. accompagna poi G in ambulanza e lo assiste in ospedale, senza essere arrestata. Prova pure a ritornare nella scuola il giorno dopo, per recuperare gli effetti personali, ma trova solo il loro zaino vuoto.
La terza teste di ieri è BB, che dalla palestra scappa al secondo piano
della scuola. Anche in questo caso, tutte le persone presenti alzano le mani per indicare che non intendono fare resistenza, ma vengono picchiati. B riceve colpi sulla schiena e sulla testa. Racconta anche il pestaggio del ragazzo sdraiato vicino a lei: “ogni volta che colpivano lui, io percepivo il suo corpo che premeva contro il mio”. In palestra poi vede la ormai nota “perquisizione”, con i contenuti degli zaini rovesciati in un mucchio unico.
B racconta anche un dettaglio che sembra risvegliare per un attimo le difese degli imputati: all’arrivo della polizia, B vede alcune persone fuggire dalla finestra. Nulla di sconvolgente ne’ di misterioso in realta’: si tratta di persone arrestate fuori dalla scuola o ,comunque, testimoni in questo processo. Il quarto teste di ieri, SB e’ uno di loro. All’arrivo della
polizia e’ nel cortile della scuola. Spaventato, entra nell’edificio, ma poi
decide di scappare dalla finestra. Fuori dalla scuola vede, oltre ai poliziotti in uniforme, due persone in abiti civili, e spera che si tratti di semplici cittadini.
Presto, però, capisce che sono poliziotti in borghese che gli intimano di avvicinarsi. Lui obbedisce e, per tutta risposta, viene gettato a terra e preso a calci e manganellate. S racconta che nel 2001 aveva in progetto di traferirsi a vivere in Italia, subito dopo l’estate. Ma dopo le botte, la caserma di Bolzaneto e il carcere, riceve pure (come tutti gli altri stranieri arrestati alla Diaz) un decreto di espulsione dall’Italia.
Prossima udienza: mercoled’ 8 febbraio.
Nota del Comitato verità e giustizia per Genova www.veritagiustizia.it