(Riceviamo da Lorenzo Guadagnucci e volentieri pubblichiamo)
Signor ministro Pisanu,
credo di essere uno dei “facinorosi” di cui lei ha parlato nel suo intervento di domenica scorsa, riportato da tutti i quotidiani. Sono tuttora indagato per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione e al saccheggio. La notte del 21 luglio 2001 ero a Genova dentro la scuola Diaz, con altre 92 persone. Ho raccontato quanto accadde quella notte in un libro, che s’intitola “Noi della Diaz”: mi premeva scrivere tutto subito, prima di dimenticare i dettagli. Può leggere il libro, non smentito e non smentibile. Capirà, leggendolo, la mia rabbia personale e la mia delusione come cittadino nel leggere le sue parole di ministro sui “facinorosi trasformati in vittime e sugli aggrediti trasformati in aggressori”, con riferimento ai commenti scaturiti dai 73 avvisi di fine indagine contro altrettanti agenti e dirigenti di polizia. Se non avesse tempo di leggere il libro, potrei mostrarle una cicatrice sul mio avambraccio destro, causata dai colpi di manganello, un’altra all’altezza del ginocchio sinistro, e poi il marchio che porto ancora sulla spalla sinistra, provocato, come accertato da un dermatologo e documentato da un certificato consegnato alla procura di Genova, da una scossa elettrica. Oppure, signor ministro, potrebbe dare una scorsa alle decine di testimonianze raccolte in questi due anni, o agli atti della magistratura, a cominciare dall’ordinanza del 5 maggio scorso che scagionava i 93 della Diaz dall’accusa di resistenza e lesioni, per finire con gli avvisi di fine indagine del 12 settembre scorso. In questi documenti c’è tutto: il racconto dei pestaggi, delle umiliazioni subite, delle falsificazioni compiute dalla polizia (la falsa sassaiola, le molotov collocate ad arte, il dubbio accoltellamento di un agente etc etc). Tutte cose note, spesso confermate da testimonianze di agenti di polizia, mai smentite dagli stessi protagonisti dei fatti, che al massimo hanno tentato di scaricare su altri le responsabilità di quanto accaduto.
Insomma, per me che ero dentro la Diaz, per i 92 che furono arrestati con me, per decine di persone maltrattate e umiliate nella caserma di Bolzaneto dov’erano detenute, la distinzione fra “facinorosi e innocenti, aggrediti e aggressori” è molto chiara. Come mi è molto chiaro che c’è un unico modo per mostrare rispetto e fiducia verso la polizia di Stato: chiedere immediatamente ai dirigenti così pesantemente sotto accusa di fare un passo indietro in attesa dei processi e arrivare più rapidamente possibile a un accertamento delle responsabilità. Per il bene della polizia, per la sua credibilità. Io, come decine di altri, ho denunciato quanto accaduto alla Diaz per senso di giustizia, fiducia nella democrazia, rispetto delle istituzioni. Lei dice di stare dalla parte della polizia, dei carabinieri, della guardia di finanza. Anch’io sto dalla loro parte, e per questo denuncio quanti di loro tradiscono la loro missione, infrangono la legge, calpestano i diritti dei cittadini. Mi aspetterei altrettanto dal ministro degli Interni.
Cordialmente,
Lorenzo Guadagnucci