“Signor sindaco Pericu,
siamo sorpresi dalla solerzia con cui la Sua amministrazione comunale si e’ mossa per costituirsi parte civile, per danni materiali e morali, contro i 26 manifestanti il cui processo iniziera’ il 2 marzo”.
Inizia così la lettera inviata al primo cittadino del capoluogo ligure dal comitato Verità e Giustizia per Genova, impegnato affinché si faccia piena luce sulle responsabilità delle forze dell’ordine durante il G8 del 2001. Ecco il resto della lettera. “Il nostro stupore aumenta se consideriamo il Suo silenzio di fronte alla nostra lettera del 19 gennaio scorso, con la quale le chiedevamo di fare di Genova nel 2004 non solo la capitale europea della cultura, ma anche la capitale europea dei diritti civili. Le chiedevamo di costituirsi come parte civile nei futuri processi per i fatti di Bolzaneto e della Diaz, e di impegnarsi affinche’ siano accertate tutte le responsabilita’ per i gravissimi abusi sulle persone commessi dalle forze dell’ordine dei giorni del G8. Glielo chiedevamo perche’ siamo convinti che finche’ questo non avverra’, Genova in tutto il mondo continuera’ ad essere una parola ostile, continuera’ a ricordare i giorni piu’ bui della nostra democrazia a tante, troppe persone.
Nel luglio 2001 nella Sua citta’ furono calpestati molti dei fondamentali diritti previsti dalla nostra Costituzione e dalle norme europee ed internazionali, come piu’ volte denunciato anche da Amnesty International. Ora apprendiamo che i Suoi legali chiederanno risarcimento per i danni all’immagine della citta’ arrecati dai 26 imputati che saranno in tribunale il 2 marzo.
E’ stupefacente che Lei non si sia accorto che l’immagine di Genova e’ stata profondamente segnata da quei giorni per ben altri motivi. Ci sono migliaia di persone, in Italia, per le quali e’ ancora difficile, a due anni e mezzo di distanza, tornare in Corso Italia, come in piazza Manin, per non parlare di piazza Alimonda.
Bolzaneto e’ un toponimo ormai conosciuto in tutto il pianeta come il luogo dove centinaia di persone sono state torturate. Diaz non e’ piu’ il nome di un generale impegnato nell’inutile strage del 1914-1918 ma il luogo dove alcune decine di appartenenti alle forze dell’ordine (travisati e quindi sfuggiti alla giustizia) hanno devastato e saccheggiato due edifici pubblici, pestando a sangue 93 persone. In tutto il mondo e’ noto che chi ha guidato quella mattanza e ha preparato in maniera cosi’ goffa la falsificazione delle prove, oggi e’ stato promosso ad alti incarichi.
Non comprendiamo come Lei possa fingere di non sapere tutto ciò”.
COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA
Genova, 11 febbraio 2004