(Tratto dalla Newsletter del gruppo sindacale di Giornalisti senza bavaglio – www.senzabavaglio.info)
IlNuovo.it, il primo quotidiano unicamente on line, martedì cesserà le
pubblicazioni. Una voce importante nel mondo dei mass media viene messa a tacere dopo mesi di calvario. I giornalisti della testata chiedono al loro ex datore di lavoro, nonché
fondatore del giornale, Silvio Scaglia di riaccendere, almeno nell’ultimo
giorno di vita del giornale, le macchine che erano state staccate il 14
dicembre scorso da Fastweb.
In questo modo al Nuovo.it sarebbe restituita in punto di morte la sua dignità:
la sua originale veste grafica, nonché il suo ricchissimo archivio reso
totalmente inaccessibile dall’oscuramento.
Una magra consolazione se si pensa che il giornale era nato sulla base di un
progetto ambizioso, con un grande impiego di mezzi e risorse.
IlNuovo.it vide la luce il 24 ottobre del 2000. Sembrava l’inizio di un sogno,
quello del giornalismo indipendente online, invece presto iniziò la discesa
negli inferi.
La Ebiscom di Silvio Scaglia e Francesco Micheli, che editava il giornale,
presto decise che l’editoria non era più un settore sul quale puntare e, il 31
dicembre del 2002, vendette la testata e i suoi 50 lavoratori (43 giornalisti
e 7 metalmeccanici) a Hdc Group, la società che raccoglieva le varie attività
di comunicazione di Luigi Crespi, già noto per essere il sondaggista di Silvio
Berlusconi.
Il resto è la storia di questi giorni: i guai finanziari di Crespi che esce di
scena cedendo tutte le sue quote alla Banca Popolare di Lodi, l’oscuramente del
giornale e delle mail aziendali, l’allontanamento di 16 colleghi con contratto
a termine, la perdita dell’archivio fotografico e giornalistico, l’utilizzo di
un sistema editoriale d’emergenza, la cessazione dei notiziari Ansa e Agi, il
mancato pagamento dello stipendio di febbraio.
Nonostante questa situazione kafkiana i giornalisti del Nuovo.it hanno
continuato a fare il loro lavoro, nei limiti del possibile. Per questo
chiediamo al fondatore del giornale, Silvio Scaglia, un gesto che consenta alla
testata di morire con onore e dignità.
=======================================All’appello a Silvio Scglia perchè riaccenda le macchine del IlNuovo.it il 29
febbraio, ultimo giorno (previsto) di vita del giornale si associano i colleghi
di Quarto Potere/Senza Bavaglio.
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Messaggio: 2
Data: Fri, 27 Feb 2004 16:34:33 +0100
Da: Monica Sargentini [monica.sargentini@ilnuovo.it]
Oggetto: ILNUOVO.IT/Una storia da meditare
Da eBismedia a Hdc spa
Il 1 gennaio 2003 la testata giornalistica on line Il Nuovo.it cambia editore.
E.BisMedia, la società di Francesco Micheli e Silvio Scaglia, cede il
quotidiano ad Hdc spa, presieduta da Luigi Crespi. (allegato 1 e 1a).
Dal sito www.ebiscom.it
RIDEFINITE LE PARTECIPAZIONI EDITORIALI DEL GRUPPO E.BISCOM
Milano, 31 ottobre 2002 — e.Biscom S.p.A (Milano, Nuovo Mercato: EBI) e Hdc
Group S.p.A. hanno perfezionato oggi un`intesa preliminare relativa a
un`alleanza nel settore dei prodotti editoriali.
In base ai termini dell`accordo, Hdc Group acquisirà da e.BisMedia S.p.A. – il
fornitore di contenuti controllato al 100% dal Gruppo e.Biscom – il ramo
d`azienda, completo di tutte le relative risorse umane e tecnologiche, che
edita il quotidiano online ilNuovo.it, il primo giornale multimediale creato
appositamente per Internet, che si attesta ai primi posti fra i siti editoriali
più visitati in rete con una media di circa 2 milioni di page views
giornaliere. Inoltre e.BisMedia cederà a Hdc Group la propria partecipazione
del 24,9% nel capitale di Editing S.r.l., società leader in Italia nel settore
della progettazione e dei servizi editoriali integrati, salvo esercizio del
diritto di prelazione da parte degli altri soci.
e.BisMedia, oltre al compenso per la vendita di Editing in linea con i valori
di acquisto, riceverà un`opzione per rilevare una quota di minoranza della
newco che all`interno del Gruppo Hdc editerà ilNuovo.it. L`accordo, che dovrà
essere finalizzato entro l`anno, prevede infine uno scambio strategico
incrociato di servizi professionali tra Hdc Group e il Gruppo e.Biscom:
l`azienda presieduta da Luigi Crespi fruirà, per ilNuovo.it, dei servizi
tecnologici forniti da e.Biscom mentre a sua volta e.Biscom verrà assistita da
Hdc nello sviluppo dei servizi di comunicazione.
L’intesa rientra nella ridefinizione delle partecipazioni in attività
editoriali del Gruppo e.Biscom, che rimane presente nel settore con e.BisNews,
la società che ha fondato la testata Ap.Biscom, agenzia di stampa che realizza
l’edizione italiana del notiziario mondiale di Associated Press, integrata da
una produzione giornalistica originale.istica originale.
La cessione di ramo d’azienda trasferisce tutti i 50 lavoratori, 43 giornalisti
e 7 metalmeccanici, alla nuova società e che si concretizza dopo una “cura
dimagrante” che, a giugno del 2002 aveva allontantato otto giornalisti
(contrattualizzati ex art.1 del CCNLG), incentivandone l’uscita dalla redazione
con 26 mensilità . Il nuovo editore Hdc si fa carico di accogliere tutti gli
impegni sindacali rimasti in sospeso e s’impegna a mantenere prerogative
economiche e professionali dei dipendenti. Ebismedia cede insieme al giornale
anche una dote di 3 milioni di euro a titolo di “fondo di ristrutturazione”. In
occasione del cambio di proprietà, il Nuovo.it ospita un editoriale
dell’editore. Scrive Luigi Crespi: “Crediamo di avere in Hdc tutte le capacità
di analisi della realtà necessarie per aiutare un giornale-arcipelago come
ilNuovo.it a diventare un punto di riferimento insostituibile per capire il
nostro tempo e il nostro Paese. Propaganda, deformazione dei fatti,
manipolazione? No: se qualcuno si attende un cambiamento di linea editoriale e
politica in questo senso, avrà molto da attendere, e invano. E non perchè siamo
buoni, ma perchè queste leve non funzionano, non pagano. I fatti, e la capacità
di dare loro il senso vero, fuori dalle convenzioni e dalle convinzioni, dalle
letture semplicistiche e dalle interpretazioni pavide: trasfondere tutto ciò in
un giornale che è già sulla strada giusta siamo convinti che rappresenti anche
l’unico modo per trasformare col tempo in business un’attività in perdita”.
Ufficiale: eBiscom cede IlNuovo a Hdc. Hdc acquisirà da e.BisMedia, fornitore
di contenuti editoriali controllato al 100% da eBiscom, il ramo d’azienda che
edita il quotidiano ilNuovo.it, completo di tutte le risorse umane e
tecnologiche. e.BisMedia cederà ad Hdc Group anche la propria partecipazione
del 24,9% nel capitale di Editing, la società che opera nel settore della
progettazione e dei servizi integrati.
Questo avverrà salvo esercizio del diritto di prelazione da parte degli altri
soci. Da parte sua, e.BisMedia, oltre al compenso per la vendita di Editing
(circa 3,7 milioni di euro), riceverà un’opzione per rilevare una quota di
minoranza della newco che all’interno del gruppo Hdc editerà ilNuovo.it.
L’accordo preliminare, siglato oggi, dovrà essere finalizzato entro l’anno. E’
previsto anche uno scambio incrociato strategico di servizi professionali tra
Hdc Group ed e.Biscom. In particolare, l’azienda presieduta da Luigi Crespi
fruirà, per il Nuovo.it, dei servizi tecnologici forniti da e.Biscom mentre a
sua volta e.Biscom verrà assistita da Hdc nello sviluppo dei servizi di
comunicazione. Il gruppo e.Biscom rimane presente nel settore editoriale con
e.BisNews, la società che ha fondato l’agenzia Ap.Biscom in partnership con
l’americana Associated Press. IlNuovo è il settimo sito di news più visitato in
Italia in base ai dati Nielsen//NetRatings. (www.ilte.net, 31 ottobre 2003)
I difficili raporti sindacali
I rapporti sindacali che già con il primo editore non erano stati facili, si
inaspriscono fin da subito con il secondo. Nessuna apertura nei confronti dei
numerosi colleghi che lavorano con contratti in scadenza; secco rifiuto di
sostituire sei giornalisti che hanno nel frattempo lasciato il giornale. A
questo si aggiunge, a tre mesi dal passaggio di mano, un taglio dei buoni pasto
che passano dagli 8 euro e 26 garantiti dal primo editore ai 5 e 20 degli
attuali. Un ribasso che allinea i ticket dei giornalisti a quelli degli altri
dipendenti del gruppo e fa scattare il blocco degli straordinari. (allegato n.2)
Intanto al giornale lo storico direttore, Sergio Luciano, e il condirettore
Pierluigi Vercesi, passano il testimone a Andrea Marini, braccio destro di
Crespi, ex giornalista passato dalla macchina per scrivere alla scrivania da
manager. Il neodirettore sposta la redazione in una sede più centrale, in via
Ricasoli, dove tuttora si trova, e a settembre, colpo di scena, lascia la
direzione ai due vicedirettori Luca Ferraiuolo e Paolo Pagani.
L’articolo di Luigi Crespi
Si dice che la Storia cominci con la capacità degli uomini di lasciare memoria
scritta di sé. Internet ha sovvertito questo assunto – peraltro molto
discutibile – perché pur avendo portato l’uso della parola scritta a una
diffusione quantitativa mai conosciuta prima, non è riuscito a farsi Storia, o
quanto meno non è ancora diventato storia. Anzi, Internet ha rappresentato una
storia a tal punto scritta da farsi caos.
Uno dei pochi tentativi fatti finora nella direzione di dare storicità alla
sterminata e caotica scritturalità di Internet è stato quello de ilNuovo.it.
L’idea-chiave, di cui va reso merito alla redazione che l’ha sviluppata ed
all’editore-fondatore che l’ha resa possibile, è stata proprio quella di dare
metodo e struttura alla fruizione di Internet, nella sua articolazione più
storicizzabile, cioè l’informazione. E così ilNuovo.it è diventato, nel mare di
Internet, un “arcipelago verticale”, fatto di isole dalle quali si può prendere
il largo e allontanarsi fin dove si vuole sapendo sempre come tornarvi e
perché, un sistema che fa della diversità la propria vera ricchezza.
A questo punto tutti si attendono da Hdc, e perfino noi stessi ce li
attenderemmo, gli enunciati di prammatica con i quali si presenta ai lettori un
nuovo editore o un nuovo direttore. Quegli enunciati il cui contrario non è mai
stato scritto da nessuno. Nessun editore ha mai dichiarato di aver comprato un
giornale per sostenere un partito politico o per scambiare favori, riscrivere
piani regolatori e costruire case, vendere merci, influenzare la Borsa.
Non faremo eccezione alla regola: anche noi – come tutti i bravi editori
novizi – non possiamo che essere fautori di buone intenzioni. Ma non ci basta
tranquillizzare: vorremmo anche preoccupare un po’. Vorremmo percorrere una via
di tale presunzione da immaginare di preservare tutto quanto di buono ilNuovo è
stato ed ha fatto – che è molto ed è quello che ci ha attratti – ma di non
preservare quel tanto o quel poco di inutile che c’è stato, aggiungendo invece
tutti gli elementi che potranno servire per trasformare un caso editoriale in
un successo, editoriale ed imprenditoriale.
Crediamo di avere in Hdc tutte le capacità di analisi della realtà necessarie
per aiutare un giornale-arcipelago come ilNuovo.it a diventare un punto di
riferimento insostituibile per capire il nostro tempo e il nostro Paese.
Propaganda, deformazione dei fatti, manipolazione? No: se qualcuno si attende
un cambiamento di linea editoriale e politica in questo senso, avrà molto da
attendere, e invano. E non perchè siamo buoni, ma perchè queste leve non
funzionano, non pagano. I fatti, e la capacità di dare loro il senso vero,
fuori dalle convenzioni e dalle convinzioni, dalle letture semplicistiche e
dalle interpretazioni pavide: trasfondere tutto ciò in un giornale che è già
sulla strada giusta siamo convinti che rappresenti anche l’unico modo per
trasformare col tempo in business un’attività in perdita.
Noi di Hdc non abbiamo “rilevato” ilNuovo.it, lo abbiamo “liberato” non certo
dal suo editore-fondatore che ne ha consentito la lungimirante nascita, ma da
quell’armamentario fatto di consulenze, perizie, analisi e teorie, insomma da
quel ciarpame che passa la propria vita a stabilire il valore delle cose, delle
persone e delle aziende, da quel sistema finanziario e borsistico che se non
trova, ora e subito, un modo per rinnovarsi e riavvicinarsi alla realtà,
rischia di passare dall’anacronistico dove già affonda al velleitarismo
stupido. E ilNuovo.it, incarnando il proprio ambizioso nome, dovrà contribuire
fortemente a promuovere e indurre questo rinnovamento.
Detto questo, è giusto aggiungere qualcosa su Hdc e sui suoi valori. Abbiamo
alcune idee-guida che applichiamo in tutte le attività del gruppo. Crediamo nel
valore del lavoro fatto bene, per vincere e non solo per partecipare; nel
pluralismo delle idee e nella libertà del confronto, e Internet è libertà per
definizione; crediamo nel valore dell’internazionalizzazione, ed Internet non
ha frontiere. Crediamo nell’importanza economica di agire in controtendenza, ed
oggi che Internet non è più l’idolo dei mercati e che all’ebbrezza da guadagno
facile si è sostituita la fatica quotidiana del creare valore, abbiamo ritenuto
giusto entrarvi: tanto più che Internet ha sicuramente maggior successo e
diffusione oggi di quando le Borse lo stravalutavano.
Infine, crediamo in Internet come in un fenomeno che coniuga informazione,
formazione e comunicazione. E il Nuovo.it è insieme un giornale, una comunità
ed un fornitore di servizi di comunicazione. Auguri al Nuovo, a tutti i suoi
lettori ed a noi di Hdc. E auguri ad Internet.
EDITORIA: HDC, ANDREA MARINI DIRETTORE DE IL NUOVO
SERGIO LUCIANO VICEPRESIDENTE DI HDC EDITORE
(ANSA) – MILANO, 3 FEB – Andrea Marini e’ il nuovo direttore
responsabile de il Nuovo e sostituisce Sergio Luciano, fondatore
del quotidiano online, che assume il ruolo di vicepresidente
della Hdc Editore, a sua volta guidata in prima persona da Luigi
Crespi, numero uno del gruppo Hdc.
Pier Luigi Vercesi, ex condirettore de il Nuovo, rimarra’
come consulente del gruppo. Lo si legge in una nota che ricorda
che Marini, dopo essersi occupato di comunicazione d’impresa nel
gruppo Fininvest, lavora al fianco di Crespi da tre anni.
Luca Ferraiuolo e Paolo Pagani saranno vicedirettori de il
Nuovo, mentre Carlo Ottaviano e’ stato chiamato a dirigere le
iniziative speciali della testata. (ANSA).
MM
03-FEB-03 13:33 NNNN
IlNuovo ancora nella bufera. Licenziati Ferraiolo e Pagani.- Nuovo direttore è
Marco Del Freo. Sconcerto per l’atteggiamento antisindcale dell’editore e
preoccupazione per il futuro della testata. In questi termini l’assemblea dei
redattori del Nuovo.it, il giornale online del gruppo Hdc del presidente Luigi
Crespi, ha commentato la rivoluzione alla direzione, con il licenziamento in
tronco di Luca Ferraiolo e Paolo Pagani e l’insediamento di Marco Del Freo.
Prima conseguenza è stata l’affidamento al Cdr di un pacchetto di tre giorni di
sciopero da utilizzare qualora oggi, nell’incontro con l’azienda e la Fnsi, non
siano date adeguate garanzie sulla situazione occupazionale e sul rilancio del
giornale.
Così, all’agitazione odierna contro la riforma delle pensioni, potrebbe
aggiungersi un nuovo prolungato stop. La linea della redazione è tutta nel
comunicato pubblicato in testa al giornale di oggi, a fianco dei saluti di rito
del nuovo direttore: “Di fronte al licenziamento in tronco dei direttori de
IlNuovo.it, Luca Ferraiuolo e Paolo Pagani, l’assemblea dei redattori e delle
redattrici esprime sconcerto, rammarico e stupore per le modalità con le quali
è avvenuto. L’assemblea stigmatizza il comportamento antisindacale dell’azienda
per il mancato preavviso agli organi sindacali sia del licenziamento dei
direttori che della contestuale nomina del nuovo responsabile, Marco Del Freo,
ed esprime piena e totale solidarietà a Luca Ferraiuolo e Paolo Pagani”.. Non
bastavano le grane finanziarie del gruppo, in rotta con l’azionista Efibanca e
alla ricerca di nuovi finanziatori: nonostante le rassicurazioni del presidente
Crespi (che si è impegnato a versare gli stipendi di ottobre), i giornalisti
del Nuovo.it sentono vacillare la loro poltrona. Anche perché dopo i reiterati
annunci della rivoluzione multimediale targata ‘Net City’ (avrebbe dovuto
partire agli inizi di ottobre), da Hdc non sono più giunte buone nuove.
(www.ilte.net, 27 ottobre 2003)
Luigi Crespi esce di scena
A luglio 2003, nel frattempo, comincia la guerra tra Hdc e Efibanca. La banca
d’affari della Popolare di Lodi, unico socio finanziatore della holding, era
entrata nel 2001: aveva rilevato l’11 per cento di Hdc sborsando 11 miliardi di
lire. Aveva dato così al gruppo l’incredibile valutazione di 100 miliardi, ben
27 volte il margine operativo lordo ottenuto nel 2001, anno in cui Hdc ha
fatturato 96,2 miliardi di lire. Non solo, Efibanca ha anche prestato alla Hdc
25 miliardi, sotto forma di obbligazioni da convertire in azioni al momento
della quotazione in Borsa, programmata per il 2004.
Lo scontro comincia quando Efibanca fa le pulci al bilancio semestrale di Hdc,
poi la frattura si fa più profonda sul terreno dei piani di sviluppo. La banca
d’affari si tira indietro e costringe Hdc a considerare una probabile
ricapitalizzazione. L‘assemblea dei soci, convocata per il 18 luglio ha un
ordine del giorno molto chiaro: “Richieste e/o azioni da muovere a Efibanca con
riguardo al mancato sostegno del progetto di sviluppo” ed “eventuali deliberati
circa le indicazioni del Collegio sindacale in ordine agli articoli 2446 e/o
2447 del Codice civile”. Lo strappo tra Hdc e l’istituto guidato da Gianpiero
Fiorani si consuma agli inizi di agosto, con le riserve di Efibanca sui conti
del Gruppo. Dalla banca si erano subito affrettati a dire che si era trattato
solo di un’incomprensione. Spiegazione che non aveva convinto Crespi, forte di
una semestrale con ricavi consolidati in crescita del 140% a 51 milioni. Dal
quartier generale di Hdc, in vicolo san Giovanni del Muro a Milano, avevano
spiegazione diversa: dietro alle mosse di Efibanca ci sarebbe addirittura la
mano del presidente della Banca d’Italia, Antonio Fazio, deciso a intervenire
attraverso Fiorani per dare un avvertimento ad Hdc, schierata su posizioni
troppo filo-tremontiane.
Crespi cerca un’altra banca. Ma il tempo è limitato. I nuovi progetti di Hdc
sono, ormai, al via. C’è Netcity, la piattaforma multimediale costruita da
Pierluigi Vercesi, poi il restyling del Nuovo e soprattutto lo sbarco in Borsa.
Per la ‘Città della comunicazione’ sembra ormai tutto pronto. “Non c’è fretta”,
invece, per la nuova veste del Nuovo, il quotidiano online acquistato lo scorso
anno da e.Biscom: Vercesi conferma che “la priorità dell’editore è il lancio di
Netcity”. Quanto alla Borsa, le voci che circolano sulla piazza finanziaria
vogliono il Gruppo intenzionato a entrare nel Nuovo Mercato attraverso una
società già quotata. Nella seconda metà di agosto circola con insistenza la
voce di contatti tra Crespi e la famiglia Rocchietti, azionista di riferimento
della Euphon, società attiva nel settore della produzione televisiva e della
comunicazione interattiva. L’obiettivo di Crespi rimane la quotazione entro il
2004.
Ma tutto precipita. Il 20 ottobre Ambrogio Crespi, fratello di Luigi diventa
amministratore unico di Hdc Multimedia. Marco Del Freo, consulente di Hdc fa le
pulci ai conti del giornale. Il 25 ottobre i due direttori vengono
licenziati “per giusta causa” e dunque accompagnati alla porta del quotidiano.
Al loro posto si insedia Marco Del Freo, la cui posizione viene ufficializzata
da Luigi Crespi in persona in una riunione di redazione. Il 24 novembre Luigi
Crespi esce di scena, costretto a lasciare la mano da circa 30 milioni di
passività.
Il direttore Marco del Freo: “Crespi ha lasciato Hdc, io non lascio ilNuovo”.
Intervento del direttore del Nuovo, Marco del Freo: “L’editore è cambiato, io
non me ne vado. Sono salito a bordo de ilNuovo.it quando la tempesta era già
scoppiata e gli acciacchi derivanti da una storia affatto particolare si
sentivano da tempo. Si sentiva però anche l’orgoglio redazionale di essere,
magari perché considerati persi, notevolmente indipendenti. C’era tensione, ma
non panico. Siamo ancora qui e sono contento di poter usare il plurale”.
(IlNuovo, 26 novembre 2003)
Da Ilte.net 26 novembre 2003
Luigi Crespi aveva promesso battaglia per non perdere la sua Hdc, Holding della
comunicazione costruita per andare in borsa e poi crollata sotto i colpi di una
crisi finanziaria insostenibile. Voleva sfidare la Banca popolare di Lodi che,
a suo dire, l’aveva strangolato prima concedendo linee di credito a fronte del
100% delle azioni Hdc in pegno, e poi, lo scorso luglio, chiudendo
improvvisamente i rubinetti e decretando la fine del sogno Hdc. Cosa ha
convinto, invece, Crespi a desistere dalla guerra, a lasciare che l’istituto
lodigiano si appropriasse del gruppo, a mettersi tranquillo in un angolo
aspettando tempi migliori e comunicando con i più stretti collaboratori solo
via sms? In base a indiscrezioni raccolte da Ilte.net sarebbe stato proprio
l’entourage di Silvio Berlusconi a intervenire con un consiglio quasi paterno:
non sollevare inutili polveroni contro la Popolare di Lodi e il suo numero uno
Giampiero Fiorani, molla Hdc ma stai tranquillo, continuerai a lavorare per
Berlusconi, che non dimentica gli amici. Crespi, quindi, dal 2004, tornerà a
fare il suo mestiere, quello di sondaggista, che aveva tanto contribuito ai
successi politici di Sua Emittenza. Probabilmente non avrà più il marchio di
Datamedia (che, con tutte le società Hdc, verrà gestito dalla Popolare di
Lodi), ma proprio da Datamedia pescherà molte professionalità per ricostituire
un istituto di ricerche di tutta eccellenza. Tanti lavoratori di Datamedia sono
rimasti infatti fedelissimi di Crespi anche in questi mesi di traversie, e
sarebbero disposti a rischiare ancora per lavorare a fianco del guru milanese.
Sarà ora interessante capire cosa accadrà alle società Hdc, dall’agenzia di
pubblicità Show up a quella di pr Metafora, alla casa di produzione Alto
Verbano, e a tutta quella teoria di istituti di ricerca e call center che
costituivano il core business di Hdc. Non erano in pegno alla Popolare di Lodi,
invece, le azioni del quotidiano online IlNuovo, da cui comunque Crespi è
uscito. Probabile che il destino della testata sia segnato: macina perdite
milionarie con una trentina di giornalisti (di cui una dozzina con contratto in
scadenza a dicembre) ormai allo sbando. L’unica speranza è che all’orizzonte si
prospetti un cavaliere bianco allettato dai prezzi di saldo: alcune ipotesi
erano state fatte su Massimo Bassoli, coinvolto nell’operazione Punto.Com
(quotidiano della comunicazione da poco tornato in edicola). Altre su Urbano
Cairo, che potrebbe eessere interessato alla redazione per quel suo progetto di
quotidiano/settimanale di cui si parla da tempo.
Hdc Group, il nuovo assetto
Con l’uscita di scena di Crespi, la maggioranza di Hdc (51 milioni circa di
fatturato nel primo semestre del 2001) è nelle mani di Alfa Iota, con l’80 per
cento. Questa società è posseduta dall’Istituto Piepoli di Nicola Piepoli
(33%), dall’imprenditore Carlo Ceccarelli (33%) e dalla merchant bank della
Popolare di Lodi, Efibanca (34%). Quest’ultima, già creditrice per circa 15
milioni, controla il restante 20 % di Hdc. Alla guida di Hdc Multimedia c’è
ancora il dimissionario Ambrogio Crespi.
L’oscuramento
(ANSA) – ROMA, 14 DIC – ‘Ilnuovo.it’ non e’ piu’ visibile: Fastweb, il provider
che assicurava la messa in Rete ha staccato il collegamento. A denunciarlo e’
il Comitato di Redazione (Cdr) della testata on line. ‘E’ inammissibile che
cio’ sia accaduto – dice -. Fastweb ha messo a tacere una voce importante
dell’informazione’. Il Cdr chiede all’azienda che edita ‘ilnuovo.it’, Hdc
Group, di attivarsi perche’ Fastweb ripristini il servizio e di avere
spiegazioni su quanto accaduto’.
2003-12-14 – 18:46:00
Senza che nessuno abbia avvisato la redazione e senza che la redazione potesse
avvisare i lettori, domenica 14 dicembre, il giorno in cui tutti i giornali del
mondo e, in particolare quelli in line, lavoravano alla notizia della cattura
di Saddam Hussein, il Nuovo.it è spento. Al posto del giornale chi si collega
all’indirizzo web trova una pagina bianca listata a lutto con la scritta: “Il
servizio è sospeso”. Il Comitato di redazione, l’organo sindacale della
testata, invia ai colleghi degli altri giornali oltre che all’azienda un
comunicato durissimo: “ Il Nuovo.it oggi, improvvisamente, non è più visibile.
Fastweb, il provider che assicurava la messa in Rete ha staccato il
collegamento. Ora chi si collega al giornale trova una pagina bianca, listata a
lutto, dove si legge: “Il servizio è sospeso”.E’ inammissibile che ciò sia
accaduto. Fastweb ha messo a tacere una voce importante del panorama
dell’informazione italiana. E lo ha fatto, peraltro, in un giorno fondamentale,
vista la notizia dell’arresto di Saddam Hussein.
Il Nuovo.it, in linea dal 24 ottobre del 2000, per la prima volta è spento.
E’ intollerabile che di tutto questo la redazione non sia stata messa al
corrente. Nessuno infatti ha mai comunicato ai giornalisti della testata on
line che il giornale sarebbe stato oscurato. Il breve testo che compare ora al
posto del giornale non è frutto del lavoro della redazione.
Il Cdr chiede ora all’azienda che edita il Nuovo.it, Hdc Group, attraverso
Hdc Multimedia, di attivarsi perché Fastweb ripristini il servizio
immediatamente. Il Cdr chiede inoltre all’azienda di avere spiegazioni su
quanto accaduto.
I giornalisti del quotidiano sono in redazione e lavorano come sempre per
garantire il proseguimento di tutte le attività connesse alla testata,
dall’agenzia AGN, all’aggiornamento dei siti di news e agli house-organ delle
aziende clienti. La redazione è pronta a riprendere la pubblicazione del
Nuovo.it in qualsiasi momento”.
Inutili i tentativi di ottenere chiarimenti. Il direttore, preso alla
sprovvista, lavora per trovare una soluzione alternativa. I redattori cercano
di ricostruire quanto accaduto. Hdc group informa il direttore che è stata
Fastweb a staccare il collegamento. Un oscuramento che, partito dal Nuovo, nel
giro di tre giorni riguarda anche il sistema di email e il sistema operativo
delle cosiddette commese, cioè dei lavori per le aziende clienti. Ancora oggi i
giornalisti del Nuovo.it non sanno cosa sia effettivamente accaduto. O, almeno
non ufficialmente. Una questione di canone non pagato, a quanto sembra. Così,
da un lato un banchiere del peso di Fiorani, dall’altro un imprenditore della
ew economy, ex editore del Nuovo.it, litigano per una bolletta, per
semplificare. Risultato: oscurano il giornale. I due imprenditori rappresentano
società quotate in Borsa.
Dura la presa di posizione dell’associazione stampa Lombarda e della
Federazione nazionale della stampa italiana che, in un comunicato congiunto
chiedono all’editore che sia fatto il possibile per tornare in
linea “riservandosi nei confronti dell’azienda tutte le azioni a tutela dei
danni profesionali ai colleghi, dovuti all’oscuramento della testata”.
La risposta di Fastweb
La risposta di Fastweb pubblicata dai giornali: “La decisione di interrompere
la fornitura del servizio di connessione a ilNuovo.it giunge dopo aver
manifestato alla nuova proprietà del Gruppo Hdc la più ampia disponibilità a
mantenere il servizio attivo fino alla risoluzione di tutte le pendenzxe in
essere. Nello specifico, la proposta di Fastweb rimandava a un momento
successivo la correspensione del canone per l’erogazione del servizio nei mesi
pregressi a fronte di un impegno, da parte di Hdc, a sostenere almeno le spese
correnti, relative all’erogazione del servizio nei mesi a venire. Hdc ha però
ritenuto di non aderire alla proposta formulata da Fastweb, che a sua volta ha
provveduto a notificare alla proprietà l’interruzione del servizio con un
preavviso di oltre 24 ore”.
IlNuovo fermo: da un anno Hdc non pagava Fastweb. Il Comitato di redazione: “E’
intollerabile, non ne sapevamo nulla”. IlNuovo.it non è più visibile: Fastweb,
il provider che assicurava la messa in rete della testata online fondata nel
2000 da Sergio Luciano, ha staccato il collegamento. Lo ha dichiarato ieri il
Comitato di redazione, all’oscuro dello stato di insolvenza di Hdc Group,
situazione che, come ha fatto sapere Fastweb (controllata da e.Biscom), dura
ormai da un anno. “E’ intollerabile”, dice il Cdr, “che di tutto questo la
redazione non sia stata messa al corrente. Nessuno infatti ha mai comunicato ai
giornalisti che il giornale sarebbe stato oscurato”. Il Cdr chiede all’azienda
che edita IlNuovo.it di “attivarsi perché Fastweb ripristini il servizio e di
avere spiegazioni su quanto accaduto”.
Le spiegazioni arrivano dal provider Fastweb: la Holding della comunicazione,
da poco passata nelle mani di Nicola Piepoli e Carlo Ceccarelli, non pagava le
bollette da mesi. Dopo numerose sollecitazioni, Fastweb, in via eccezionale,
aveva proposto di assicurare ugualmente il servizio fino al 31 gennaio 2004 a
fronte di un impegno, da parte di Hdc, a sostenere almeno le spese correnti,
relative all’erogazione del servizio nei mesi a venire. Alla risposta negativa
dell’editore de IlNuovo.it, la società di tlc ha fatto recapitare venerdì sera
alla sede di Hdc la lettera in cui dichiarava la sospensione del servizio
dall’indomani. Che si è puntualmente verificata: ora all’indirizzo web
IlNuovo.it appare una semplice scritta al posto del giornale, ‘Il servizio è
sospeso’. La redazione, comprensibilmente spiazzata, pretende spiegazioni.
Soprattutto da Piepoli e Ceccarelli che, pochi giorni fa, avevano rassicurato
il Cdr promettendo entro pochi giorni la designazione del nuovo Cda di Hdc
Multimedia e dichiarando che IlNuovo non sarebbe stato abbandonato
(www.ilte.net, 15 dicembre 2003).
Il Nuovo.it torna on line
Giovedì 18 dicembre il Nuovo, grazie agli sforzi dei tecnici di Hdc multimedia,
del direttore e dei giornalisti è tornato in linea. La veste grafica non è la
solita, è una soluzione di emergenza, quanto basta a far riaffacciare la
testata sul web. Intanto, sul sito ww.Ilbarbieredellasera.com, dove è possibile
trovare informazioni sul mondo dei media, compare il seguente annuncio
A tutta la redazione del Il Nuovo.
Il vostro attuale Editore EFI Banca – Banca Poloare di LODI non ci pare abbia
alcuna intenzione di risanare la situazione debitoria della societa’,
ricorrendo alla liquidazione o al fallimento, anche addossando le
responsabilta’ al socio Crespi.
Il mio gruppo, che per motivi di riservatezza non posso nominare, gia’ in un
primo momento attraverso un socio di minoranza di HDC Spa si e’ fatto avanti
per rilevare la societa’ gestendo anche le passivita’ inclusi i 500.000 Euro
vantati da Fastweb e in contenzionso, ma visto il disinteresse della banca vi
invita a predere contatto direttamente.
Questo e’ un invito rivolto a tutta la redazione compresi i suio organi
dirigenziali. Telefonate al numero 0697743210, lasciando nome – funzione e
recapito telefonico.
La redazione non si è lasciata sfuggire l’occasione. Il gruppo esiste, ma vuole
continuare a mantenere l’anonimato; esiste anche la proposta. Uno studio di
commercialisti segue il tutto come advisor della società. Il contatto con la
banca, sostiene il commercialista, non è andato a buon fine: la proposta è
stata respinta in modo secco.
Milano, 27 dicembre 2003
Comunicato del cdr ilNuovo.it
Dopo l’oscuramento del giornale e le dimissioni del direttore, la redazione
del Nuovo.it si trova a far fronte anche alle minacce di chiusura della sede
romana.
Il cdr che, nonostante le ripetute voci sulla vicenda, non ha ricevuto alcuna
comunicazione ufficiale, diffida l’azienda dal mettere in atto iniziative
simili senza le dovute comunicazioni sindacali e in spregio ai diritti
contrattuali dei dipendenti.
Nella sede romana di via Bartolomeo Eustachio, attualmente, lavorano quattro
giornalisti con contratto a tempo indeterminato e due con contratto a tempo
determinato.
Intanto, dal 24 novembre, giorno del passaggio di consegne in Hdc Group da
Luigi Crespi alla Banca Popolare di Lodi, i redattori del Nuovo.it aspettano
risposte alle domande sul futuro del giornale. Nessun chiarimento inoltre è
arrivato sulla sorte dei numerosi colleghi con i contratti a termine, sei dei
quali in scadenza il 31 dicembre.
Il cdr ricorda che senza i giornalisti assunti ex articolo 3 del Cnlg, non
sarà possibile continuare a garnatire la pubblicazione del giornale.
Il cdr de Il Nuovo.it
Da venerdì, infine, il giornale ottiene da Fastweb un riindirizzamento allo
storico www.ilnuovo.it
La redazione, invece, incassa da Hdc l’ennesimo rinvio. L’appuntamento con l’ad
Ceccarelli era fissato per giovedì sera; venerdì mattina l’azienda fa sapere
che è tutto rimandato a lunedì. IlNuovo.it attende notizie certe sul suo
futuro. Scrive il cdr: “E’ dal 24 novembre scorso, data in cui Luigi Crespi è
uscito di scena, che aspettiamo la nomina di un nuovo amministratore (l’attuale
è dimissionario). E, come è noto, ci sono sei contratti a tempo determinato in
scadenza il 31 dicembre, sei persone che lavorano con noi da anni e che sono
fondamentali per garantire la sopravvivenza del giornale. Sei persone che, alla
vigilia di Natale, ancora non hanno ricevuto alcuna risposta sul loro futuro.
Da ieri sera ilNuovo.it è di nuovo visibile allo storico indirizzo,
www.ilnuovo.it. Continuiamo però ad uscire con una versione d’emergenza, messa
a punto grazie agli sforzi del direttore, dell’azienda, dei tecnici, e di noi
tutti. Il che crea tantissime difficoltà oggettive nella confezione del
giornale. A queste difficoltà si aggiungono altri problemi gravi: le nostre
mail aziendali sono state rese inattive da Fastweb e i telefoni in redazione
funzionano a singhiozzo. E’ inutile ribadire quanto l’uso della mail e del
telefono siano fondamentali nel nostro lavoro. In questa situazione lavorare
diventa veramente un’impresa da eroi. I giornalisti de IlNuovo.it denunciano,
dunque, che l’azienda sta mettendo a repentaglio la loro dignità professionale.
Per questo la redazione dà mandato al Cdr di mettere in atto tutte le misure
necessarie a salvaguardare i propri diritti, anche attraverso le vie legali”.
Redattore sequestrato per 4 ore “per caso” nella sede romana
Milano, 1 gennaio 2004. Chiuso per quattro ore nei locali della redazione. E’
accaduto a un collega de “ilNuovo.it” sequestrato, secondo l’editore
soltanto “per caso”. Un episodio increscioso, che non fa che alzare la tensione
in un momento particolarmente difficile per il giornale on-line, proprio dopo
le ventilate minacce di chiusura della redazione di via Bartolomeo Eustachi a
Roma.
“Un equivoco”, assicura Ambrogio Crespi, amministratore unico, ma
dimissionario, di Hdc Multimedia. “Non sapevamo che ci fossero dipendenti al
lavoro, al Nuovo – chiarisce – Tutti gli altri dipendenti romani sono in
ferie”. “Abbiamo sempre pagato l’affitto anche se abbiamo disdetto il
contratto”, si giustifica Carlo Ceccarelli, amministratore delegato di Hdc
group, subentrato con Andrea Natale alla guida della holding dopo l’uscita di
scena di Luigi Crespi. La redazione romana de “IlNuovo.it” è ospitata
nell’edificio a due passi da villa Torlonia.
La palazzina è la residenza di Lorenzo Mingolla, portavoce del ministro
Tremonti e consulente, a palazzo Chigi, di Silvio Berlusconi. E’ stato
l’autista di Mingolla a “liberare” il collega soltanto alle 16, quatto ore dopo
cioè che sui cancelli era stato messo un chiavistello di sicurezza.
L’Associazione Lombarda dei Giornalisti ritiene inaccettabile e becera l’azione
della proprietà che sarà chiamata a rispondere anche per attività
antisindacale. Il cdr de “IlNuovo.it” condanna l’episodio e d’intesa con
l’Associazione Lombarda dei Giornalisti si riserva di mettere in atto tutte le
azioni a tutela dei giornalisti che lavorano al “ilNuovo.it”.
Senza editore e senza direttore rischia di chiudere la prima testata on-line.
Milano, 2 gennaio 2003. Il Nuovo.it rischia di chiudere e i redattori della
prima testata giornalistica on-line non sanno perché. Non solo: non sanno chi
sia l’editore di riferimento e non hanno un direttore responsabile. Oggi, 2
gennaio, Ambrogio Crespi, amministratore unico di Hdc Multimedia, anche se
dimissionario e dunque “in prorogatio”, ha consegnato “suo malgrado” le lettere
di licenziamento a sei colleghi assunti con contratto a tempo determinato ex
articolo 3 del Cnlg. Un fatto grave, che mette ulteriormente in ginocchio il
giornale, già provato da una serie di colpi bassi, dall’oscuramento del
Nuovo.it al ritorno in linea con un sistema di fortuna, fino all’uscita di
scena del direttore, pure lui dimissionario, a quanto si è appreso per via
ufficiosa, ma di fatto ancora in gerenza. Chi ha dimenticato di pagare il
canone Fastweb? Chi ha ritenuto di non dover informare i giornalisti delle
dimissioni del direttore?
In mancanza di comunicazioni tempestive e in violazione dei diritti sindacali
dei lavoratori e delle leggi sulla stampa, il cdr osserva che, di fatto, questa
serie di licenziamenti blocca il turn-over e mina in modo definitivo il lavoro
della redazione. Il 27 ottobre del 2003 l’azienda si era impegnata ad un tavolo
di trattative con l’Associazione lombarda dei giornalisti e con la Federazione
nazionale della stampa italiana a “rilanciare e consolidare le attività
editoriali”.
Il cdr si trova ora invece nella condizione di non avere alcun interlocutore:
la famiglia Crespi ha detto pubblicamente di aver ceduto tutto per un euro in
cambio del ripianamento dei debiti da parte di Efibanca, merchant bank della
Popolare di Lodi. Che ne è di quel patto? A quanto risulta a questo
cdr, infatti, nessun debito è stato ripianato. Anzi, le mancate decisioni dei
vertici aziendali hanno permesso che ilNuovo fosse oscurato e costretto a
tornare in linea con un sistema inadeguato e ai limiti dell’ingestibilità.
Hanno permesso inoltre che scadessero contratti con aziende clienti,
determinando così un ulteriore impoverimento delle risorse finanziarie del
giornale; che fossero estromesse dal quotidiano risorse professionali
importanti; che si verificasse un deciso abbassamento del livello di dignità
professionale dei giornalisti coinvolti. A tutt’oggi l’azienda guidata da Carlo
Ceccareli risulta morosa per quanto riguarda il pagamento degli stipendi che
andavano saldati entro il 30 dicembre scorso.
Nel frattempo, stando alle notizie giornalistiche in merito, l’istituto di
Gianpiero Fiorani potrebbe risultare coinvolto in uno dei crack
finanziari,quello di Parmalat, più ingenti della storia della Repubblica.
Latita anche l’attuale amministratore delegato di Hdc group, Carlo Ceccarelli,
nominato dall’istituto di credito alla guida della holding, insieme a Andrea
Natale. Il cdr torna, per l’ennesima volta, a chiedere chiarezza di ruoli,
interlocutori certi e identificabili poiché l’attuale aministratore unico,
Ambrogio Crespi si dichiara dimissionario e rimanda a Ceccarelli per qualunque
decisione. (Il Cdr de IlNuovo.it)
“Comportamento antisindacale”: la Lombarda chiede un incontro con l’azienda
Milano, 2 gennaio 2004.
Assume aspetti drammatici la situazione della redazione de “IlNuovo.it”.
Senza alcun preavviso la proprietà de “IlNuovo.it” ha licenziato giornalisti
il giorno di capodanno indebolendo fortemente l’attività informativa e
pregiudicando l’esistenza di una testata, con minacce all’occupazione .
L’Associazione Lombarda dei Giornalisti stigmatizza questo atteggiamento e
invita immediatamente l’azienda ad un incontro, avvertendo che gli atti
compiuti fino ad ora, senza previa consultazione con il Sindacato, a tutti i
livelli sono da considerarsi antisindacali.
******************************
Stipendi a rate al Nuovo. Ora Crespi scopra le carte
Milano, 9 gennaio. La redazione del Nuovo.it si è trovata oggi
nell’impossibilità di lavorare. Il sistema d’emergenza approntato dopo
l’oscuramento del giornale è collassato: i lettori non riescono a raggiungere
il sito che è di fatto nuovamente invisibile da tre giorni e i giornalisti non
riescono a pubblicare gli articoli. Ieri l’azienda ha comunicato con una mail
di “aver provveduto al versamento del 60% degli stipendi di dicembre dei
giornalisti”, senza dare alcuna garanzia sul restante 40 per cento e senza
neppure spiegare i motivi di tale decisione.
“Di fronte a questa situazione di inaudita gravità, chiediamo – dice un
comunicato del CdR – all’amministratore unico di Hdc Multimedia, Ambrogio
Crespi e all’ex presidente di Hdc group, Luigi Crespi, di rendere pubblico il
patto che i Crespi sostengono di aver firmato con Efibanca, merchant della
Popolare di Lodi, il 24 novembre 2003, data in cui Crespi ha lasciato la
holding. In questo accordo, secondo quanto trapelato, Efibanca si sarebbe
impegnata ad appianare i debiti della holding e delle controllate fino a 35
milioni di euro circa. Il giorno della sua uscita di scena, Luigi Crespi aveva
assicurato di persona alla redazione che i diritti acquisiti di ogni dipendente
sarebbero stati tutelati e che, grazie all’intesa siglata, ci sarebbe stato un
futuro per la holding e le società controllate. Ora i redattori de IlNuovo.it
chiedono che alle parole seguano i fatti. Fino ad ora nessun debito di Hdc
Multimedia è stato mai ripianato. Risulta, invece, il mancato versamento dei
contributi previdenziali, a partire dal mese di settembre 2003. La redazione de
IlNuovo.it, d’intesa con le associazioni sindacali di categoria, ha dato
mandato agli avvocati per mettere in atto ogni azione a tutela dei lavoratori e
ha chiesto il sequestro cautelativo della testata”.
Il 12 gennaio una delegazione di giornalisti si presenta davanti a Carlo
Ceccarelli nella sede di via Sacchi. Risposte evasive, rassicurazioni
impossibili, promesse. E’ tutto quello che si riesce a strappare
all’amministratore delegato di Hdc Group. Intanto, lo stipendio non è stato
accreditato, nemmeno per quel 60 per cento garantito tre giorni prima. Di più:
la redazione ha anche scoperto che da settembre del 2003 non sono stati versati
i contributi Inpgi. “Entro una settimana vi saprò dire quale sarà il futuro del
giornale”, ha garantito Ceccarelli che però ha anche comunicato di fatto la
chiusura della sede romana a far data dal 23 gennaio. E dei giornalisti che
lavorano lì che ne sarà? “Di certo non li buttiamo dalla finestra”, l’unica
risposta.
C’era una volta ilNuovo.it
Di Stefano Porro (Quintostato.it)
Doveva essere un sogno, quello del giornalismo indipendente online, e invece la
crisi finanziaria, il mancato decollo del mercato pubblicitario su Internet e
una gestione manageriale non proprio lodevole l’hanno trasformato in un incubo.
E’ la storia de Il Nuovo.it, una delle più importanti testate online del
nostro paese, fondata quasi quattro anni fa dalla Ebiscom di Silvio Scaglia e
Francesco Micheli, che ne avevano affidato la direzione al navigato Sergio
Luciano. Nella strategia d’espansione del neonato gruppo multimediale,
specializzato nell’offrire connessioni su fibra ottica, quello editoriale
sarebbe dovuto essere uno degli asset maggiormente strategici. L’idea era
quella di offrire ai propri clienti un pacchetto completo, composto da
informazione e intrattenimento, per invogliare quante più persone possibili ad
acquistare una connessione a banda larga. Ma anche il settore “business” non
era da trascurare, ed ecco la nascita dell’agenzia stampa ApBiscom (diretta da
Lucia Annunziata) e il service editoriale Editing, specializzato nel realizzare
servizi e contenuti ad hoc per altre testate.
Una corazzata di tutto rispetto, fiore all’occhiello della net economy milanese
e grande speranza per i suoi investitori in Borsa. Poi, è arrivato lo “sboom”,
la crisi finanziaria mondiale che ha decretato il crollo del Nasdaq e, a
pioggia, di qualsiasi titolo tecnologico quotato in borsa il cui business fosse
fondato sulle aspettative future piuttosto che sugli utili realizzati giorno
per giorno. Ed ecco che Ebiscom decide di concentrare il suo business sul
versante a più alta redditività, quello delle connessioni a banda larga,
disinvestendo di fatto su aree prima fondamentali e ora non più considerate
strategiche. Il Nuovo.it è tra queste, ed infatti il 31 ottobre 2002 Silvio
Scaglia cede la testata e i suoi 50 lavoratori (43 giornalisti e 7
metalmeccanici) a Hdc Group, la società che raccoglie le varie attività di
comunicazione di Luigi Crespi, già noto per essere il sondaggista di Silvio
Berlusconi.
In occasione del cambio di proprietà, il neo-editore pubblica su Il Nuovo..it un
editoriale confortante: “Crediamo di avere in Hdc tutte le capacità di analisi
della realtà necessarie per aiutare un giornale-arcipelago come Il Nuovo.it a
diventare un punto di riferimento insostituibile per capire il nostro tempo e
il nostro Paese”. Peccato che, alcuni mesi dopo, il quotidiano online sarà
investito da una violenta crisi economico-finanziaria che perdura ancora oggi,
minacciandone la sopravvivenza. Dopo aver insediato alla direzione della
testata il suo braccio destro Andrea Marini, lo scorso novembre Crespi esce di
scena. La Banca Popolare di Lodi, principale finanziatore delle sue attività,
chiude inesorabilmente i rubinetti e l’imprenditore è costretto ad abbandonare
il gruppo (la cui passività dovrebbe aggirarsi intorno ai 30 milioni di euro).
E Il Nuovo.it ancora una volta rimbalza, cambiando di nuovo editore di
riferimento che, stavolta, dovrebbe essere Efibanca, merchant bank della
Popolare di Lodi.
A questo punto ci si mette anche Fastweb, che ospita ancora i server del
quotidiano online, e che non riceve pagamenti da Hdc da circa 6 mesi. Dopo
varie sollecitazioni, il provider decide di staccare la spina, sconnettendo la
testata dal resto del mondo. Nessuno della redazione viene avvisato. Dopo due
giorni di blocco totale, il 14/12/2003 il giornale torna di nuovo online, ma
senza archivio e con una piattaforma provvisoria, destinata a funzionare a
singhiozzo. I giornalisti continuano a lavorare senza ricevere il pagamento
dello stipendio e non sanno quale sarà il loro futuro. “Viviamo in una
situazione di stampa clandestina – ci spiega Olga Piscitelli, del comitato di
redazione de Il Nuovo.it – lo scorso 22 dicembre il nostro direttore
responsabile si è dimesso avvisandoci con una telefonata, e da allora non è mai
stato rimpiazzato. Così abbiamo escogitato un sistema secondo cui è il
caporedattore di turno a firmare il giornale”.
Come si sta comportando la società? Gli stipendi vengono pagati regolarmente?
Siamo ancora in attesa del 60% dello stipendio di dicembre, annunciato e mai
pagato. Ieri abbiamo incontrato Carlo Ceccarelli, amministratore delegato di
Hdc Group, che ci ha comunicato la chiusura definitiva della redazione romana,
senza darci alcuna informazione o garanzia sulla fine che faremo.
Eppure voi continuate a lavorare, permettendo la regolare uscita del giornale…
Proprio così, anche se ci troviamo in una situazione di fortuna, con i telefoni
che funzionano a singhiozzo e una piattaforma editoriale improvvisata. Il guaio
è che non riusciamo a rivalerci direttamente sull’editore. Questo perché, dopo
l’uscita di scena di Crespi, l’assetto azionario è diventato troppo
ingarbugliato per poter procedere con facilità da un punto di vista legale.
Quali saranno le vostre prossime mosse?
Ci stiamo tutelando tramite un pool di avvocati e grazie alla collaborazione
del sindacato di categoria lombardo. Negli scorsi giorni abbiamo chiesto il
sequestro cautelativo della testata, che è l’unico vero valore che ci è
rimasto. Ma la situazione non è delle più allegre, dal momento che abbiamo
scoperto che alcuni di noi non ricevono da tempo i contributi previdenziali..
Noi comunque continuiamo a fare il nostro lavoro.
ILNUOVO.IT, CONTINUIANO ANCHE SE DA OGGI SENZA AGENZIE
(ANSA) – ROMA, 5 FEB – ”La redazione de IlNuovo.it da oggi
non può più far conto sul notiziario Ansa. Dopo lþoscuramento di
Fastweb, la perdita di tutto lþarchivio giornalistico e
fotografico, lþimpossibilità di accedere alle mail aziendali,
lþutilizzo di un sistema editoriale dþemergenza”, e’ l’ennesimo
colpo, scrivono in una nota i redattori, assicurando che
continuano comunque a lavorare, anche se, scrivono, ”quello che
pubblichiamo e’, nostro malgrado, un prodotto con molti
limiti”.
La redazione de IlNuovo.it ricorda anche che ”negli ultimi due
mesi, sono stati allontanati numerosi colleghi con contratto a
tempo determinato e che, solo molto tempo dopo le dimissioni del
direttore, è stato nominato un reggente pro-tempore. Lþazienda è
nelle mani di un liquidatore… gli stipendi arrivano in ritardo
e in percentuale ridotta rispetto al dovuto”.(ANSA).
Libri in tribunale, fallisce IlNuovo.it
Il delitto sta per compiersi. Il Nuovo.it. primo quotidiano esclusivamente on
line vive da sei mesi nell’incubo della chiusura annunciata. Amputato prima del
provider (Fastweb, ex editore del quotidiano) dei server (da 14 a uno solo) e
del sistema editoriale (vignette, cancellato da Fastweb in una notte e oscurato
con tutto l’archivio giornalistico e fotografico), poi dei giornalisti (due
direttori licenziati, un direttore dimesso, 11 dei 15 contratti a termine non
rinnovati, sette redattori dimessi e mai sostituiti), infine dei mezzi di
sostentamento (gli inserzionisti, le commesse per conto terzi, l’agenzia di
servizi) e ora anche del notiziario Ansa, galleggia a fatica nel mare vasto di
Internet. I debiti hanno strangolato Hdc, la holding della comunicazione che
edita il giornale e che è anche la società dei sondaggi filoberlusconiani di
Datamedia. I soci, tra cui Efibanca, merchant della Popolare di Lodi, non ne
vogliono sapere di ricapitalizzare e tutto è ormai nelle mani di un
liquidatore. Nessun compratore all’orizzonte, almeno per il momento, nessun
possibile finanziatore, esclusa anche la formula della cordata di imprenditori
disposta a rilevare il giornale. Quando a gennaio del 2003 Luigi Crespi, patron
di Hdc lo rilevò dall’e.Biscom di Francesco Micheli e Silvio Scaglia che ne
aveva sponsorizzato la nascita e i vagiti dei primi anni di vita, era già un
giornale in crisi. Ai tempi i giornalisti erano 50, divisi in due sedi tra
Milano e Roma, 7 i dipendenti in segreteria e all’ufficio marketing. Oggi per i
20 giornalisti superstiti lo spettro della chiusura è ormai diventato un
fantasma familiare, quasi un amico. Associazione Lombarda dei giornalisti e
Federazione nazionale della stampa affilano le armi ma seguono il caso con
sgomento e apprensione. La redazione si è affidata a un legale, Mario Fezzi, e
sulla testata pende anche un sequestro cautelativo. Gli stipendi, infatti,
arrivano da alcuni mesi sempre in ritardo e in percentuale ridotta rispetto al
dovuto. I buoni pasto non arrivano più. I versamenti Inpgi sono fermi ad
agosto. Le liquidazioni sono un miraggio per i colleghi che ultimamente hanno
lasciato il Nuovo.it. E da ultimo, l’amministratore unico di Hdc Multimedia,
Roberto Antonelli minaccia di portare i libri in tribunale alla fine di
febbraio.
Servirà uno Sherlock Holmes, o forse soltanto del buon giornalismo d’inchiesta,
per dissipare i molti dubbi sul caso. Possibile, ci si domanda in redazione,
che alla vigilia di un confronto elettorale europeo oltre che delle
amministrative di casa nostra, non faccia gola a nessuno un quotidiano pioniere
sul web, 700mila pagine viste, 90 mila visitatori unici, fino a 200mila lettori
giornalieri? Avvoltoi e cacciatori di dote si sono fatti avanti per primi; gli
editori latitano.
La banca d’affari della Popolare di Lodi, unico socio finanziatore della
holding, era entrata nel 2001: aveva rilevato l’11 per cento di Hdc sborsando
11 miliardi di lire. Aveva dato così al gruppo l’incredibile valutazione di 100
miliardi, ben 27 volte il margine operativo lordo ottenuto nel 2001, anno in
cui Hdc ha fatturato 96,2 miliardi di lire. Non solo, Efibanca ha anche
prestato alla Hdc 25 miliardi, sotto forma di obbligazioni da convertire in
azioni al momento della quotazione in Borsa, programmata per il 2004. Perché a
luglio, a un passo dal debutto in piazza affari, la Popolare di Lodi dichiara
guerra a Crespi e al suo gruppo?
Sullo sfondo, forse, scopriremo una guerra dei sondaggi. Datamedia passa nella
candeggina del fallimento per affrancarsi da Berlusconi e rinascere a campagna
elettorale in corso? Per qualcuno è lo scontro Tremonti-Fazio il vero motore
della tragedia. Crespi s’era esposto a favore del ministro, suo commercialista
d’un tempo, proprio quando il ministro era caduto in disgrazia e Berlusconi
pensava a Fazio per una possibile sostituzione. Giampiero Fiorani, ad della
Popolare di Lodi, ha sposato la figlia del governatore Fazio. In queste ore la
Lodi è anche occupata a gestire i problemi del crack Parmalat.
Ma forse, come nei libri di Conan Doyle, la soluzione potrebbe essere quella
più semplice: Luigi Crespi ha distrutto la holding perché non ha saputo
gestirla. Si spegne così, tra mistero e inedia, una voce importante del
panorama italiano della comunicazione.
di Olga Piscitelli
(Giornalismo)
EDITORIA: DOPO CRAC HDC CRESPI CI RIPROVA CON NUOVA SOCIETA’
ALLAXIA INTERROMPE TRATTATIVE PER ACQUISTO HDC RICERCHE
(ANSA) – MILANO, 24 FEB – Dopo il crac del gruppo HDC, ora in
liquidazione, Luigi Crespi, che ne era stato il fondatore nel
2000, ci riprova con una nuova societa’ di comunicazione, la
Crespi & Crespi. La societa’ con un capitale sottoscritto – si
legge in una nota – per l’85% insieme al fratello Ambrogio
Crespi e per il restante 15% dal partner internazionale BS3
Group, si occupera’ fra l’altro di organizzare e gestire
campagne elettorali, e sara’ anche editrice di un settimanale,
Il Crespino.
La notizia arriva in concomitanza alla decisione, da parte
di Allaxia, gruppo attivo nei sondaggi e nelle ricerche di
mercato con la Gpf&A e con l’Ispo, di porre termine alla
trattativa che la vedeva coinvolta per l’acquisto di HDC
Ricerche. Una decisione, si legge nella nota, ”dovuta alla non
fattibilita’ dell’operazione, visto il sostanziale cambiamento
delle condizioni che costituivano i prerequisiti strategici e
gestionali sulla base dei quali Allaxia aveva manifestato, in
origine, il proprio interesse”. (ANSA).
EDITORIA: DOPO CRAC HDC CRESPI CI RIPROVA CON NUOVA SOCIETA'(2)
(ANSA) – MILANO, 24 FEB – In una nota successiva Raffaele
Jacovelli, presidente e amministratore delegato di Allaxia, ha
spiegato meglio i motivi che lo hanno portato a rinunciare
all’acquisto di Hdc Ricerche e delle sue controllate.
”Meno di due mesi fa – ha ricordato – e’ stato e avviato un
processo di valutazione per un nostro possibile intervento
nell’area Ricerche del gruppo HDC, avendo come interlocutori, da
una parte Efibanca e AlfaIota e dall’altra HDC. Nel frattempo
HDC e’ stata posta in liquidazione e sussiste il rischio di un
imminente avvio di procedure concorsuali nei confronti delle
aziende nel perimetro oggetto della valutazione. A questo si
aggiunge la fuoriuscita di persone chiave, con conseguente
perdita di competenze professionali e manageriali. In tale
situazione abbiamo ritenuto quindi che non fosse corretto, ne’
opportuno, proseguire qualsiasi negoziazione”.(ANSA).
EDITORIA: ‘IL NUOVO’ CHIUDE IL 29 FEBBRAIO (ANSA) – ROMA, 25 FEB – ‘Il nuovo’,
quotidiano indipendente on line (www.hdcmultimedia.it/index.asp) chiude e cessa
l’aggiornamento dal 29 febbraio. Lo confermano per il Cdr Monica Ricci
Sargentini (rpt. Ricci Sargentini) e Olga Piscitelli, raccontando come non si
sia fatto nulla per cercare di salvarlo, dopo che è stato ceduto con tutto il
gruppo Hdc di Luigi Crespi, cui apparteneva. “Crespi lo aveva rilevato con tre
milioni di euro di dote, perché un giornale gli sembrava utile strategicamente,
volendo sbarcare in borsa con Hdc nel 2004 – raccontano le giornaliste – ma
poi, non potendo far fronte ai debiti contratti con la Efibanca della Popolare
di Lodi, il 24 novembre scorso è uscito di scena”. Il risultato è, sottolineano
al Cdr, che dopo tre mesi Il Nuovo si ritrova con lo sfratto esecutivo, con
telefoni e agenzie staccate, contratti non rinnovati con i giornali cui
venivano forniti servizi, praticamente in autogestione perché da un mese e
mezzo è senza direttore, dopo l’abbandono di Marco Del Freo, insediato a suo
tempo da Crespi. “L’amministratore Roberto Antonelli ci ha comunicato solo
verbalmente che i libri verranno portati in tribunale – conclude la Sargentini –
Siamo stati rilevati con tre milioni di euro di dote e ora si dichiara il
fallimento per pagare meno debiti possibile”. Per la Piscitelli “il grave è che
nessuno ne parla, si fanno interviste a Crespi, in cui si dice che, poverino,
ha perso 30 chili, e non quante imprese ha chiuso e quanta gente sta mettendo
per strada”. PER 25-FEB-04 20:07 NNNN
Dal Barbieredellasera.com
Crespi chi?
di Francesco Ingravallo
Mezza pagina di intervista per Luigi Crespi sul Corriere della Sera. Crespi
chi? (ricordate Striscia?) Si proprio lui, l’ex sondaggista prediletto di
Berlusconi, che si è dimenticato di versare i contributi all’Inpgi per i
giornalisti del Nuovo
Attenzione attenzione, Luigi Crespi torna in campo. Lo si apprende da una mezza
pagina di intervista nientemeno che nella seconda del Corriere della Sera.
E mentre comunicatori e un bel po’ di giornalisti (circa un centinaio rimasti a
diverso titolo a spasso dopo il naufragio del Nuovo, la seconda prodezza di
Crespi in campo editoriale dopo la chiusura di PuntoCom) leggono i saggi
consigli del “guru”, virati però in salsa sinistrese, comincia a circolare in
rete –complice anche il tam tam tra i sopravvissuti del Nuovo e PuntoCom- il
comunicato stampa di presentazione della nuova società pubblicizzata sul
Corriere, la Crespi&Cre