Un giorno potrebbero arrivare gli extraterrestri. Si guarderebbero un po’ in giro e presto concluderebbero che la Terra ha bisogno di una cura radicale. Una cura, peraltro, da tempo richiesta da razzisti, nazionalisti e bigotti vari.
Gli extraterresti a quel punto metterebbero in pratica a modo loro le ricette propugnate da questa persistente corrente antropologica: le azioni purificatrici di cui ringhiano ogni giorno quelli che “rimandiamoli a casa loro”, “prima noi”, “scontro di civiltà”, “i negri”, “le ruspe”, “le palandrane”, “lasciamoli in mare”, “bombardiamoli”, “i froci”, “i no global”, “i pacifisti”, “i buonisti”, “gli animalisti”, “le lesbicone”, “gli anarchici”, “gli infedeli”.
C’è tuttavia un piccolo dettaglio: oggetto delle attenzioni extraterresti saranno personalmente razzisti, nazionalisti, guerrafondai e fondamentalisti di ogni risma, quelli che ogni giorno – da secoli – consentono la trasformazione di questo pianeta in un inferno per molti e in un paradiso intollerante per pochi eletti.
Sarà un bel programma culturale per questi spregiudicati seminatori di odio e violenza, invasati dell’integralismo liberticida nostrano, specchio ideale per i nuovi nazisti da stato islamico a loro volta destinati a finire nella provvidenziale rete marziana,
Saranno tutti prelevati nelle rispettive abitazioni e inviati nelle isole della Filosofia, per un gioco che comincerà con l’accensione del cervello. Livello 1, per principianti.
Nulla di cui spaventarsi, sarà un po’ come cercare i pokemon: per riuscire a vederli, però, toccherà reinterpretare e allargare un tantino il proprio arido sguardo sul mondo. Toccherà mettere a dura prova le vecchie semplificazioni e le soluzioni grevi, crudeli e fallimenari fin qui propagandate.
Toccherà ammettere che risposte comode, consolatorie, banali e superficiali sono inefficaci e fuorvianti nel tentativo di governare evoluzioni e criticità particolarmente complesse anche nei nessi causali.
Il gioco, dunque, consisterà in una faticosa caccia alle idee sensate e a qualche articolazione del pensiero, giusto per provare a sforzarsi di sperimentare opzioni faticose ma costruttive, di guardare con razionalità alle cose della vita, fuori dal proprio rassicurante focolare.
Quel focolare tanto affettuoso al proprio interno – fra carezze famigliari e pet affection grooming – quanto spietato verso le dissonanze umane (e non) identificate come la grande minaccia alla quiete del microcosmo.
Quando i poveri razzisti avranno finito il livello 1, la Terra sarà già un luogo migliore sul quale sviluppare percorsi nonviolenti di emancipazioone individuale e collettiva.
I nostri amici venuti dallo spazio ripartiranno con un sorriso e una pacca metallica sulle spalle. E forse ci regaleranno anche con un candido ma complesso, mistico e profondo “nano-nano”.
Un giorno potrebbero arrivare gli extraterrestri.
Nell’attesa, volgari fomentatori di odio o ingenui untori di violenza sociale, vedete intanto di andarvene un po’ affanbagnetto. Gelido s’intende.
[buenaventura]
Giornalista e videomaker, creatore di Nonluoghi nel 1999, ha lavorato in Italia e all'estero per giornali e stazioni radiofoniche.
È redattore Web del quotidiano l'Adige.
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