La Mostra del cinema di Venezia ha proposto nella sezione “Orizzonti” il lungometraggio “Francesca” del regista rumeno Bobby Paunescu, racconto dell’Italia di oggi, dell’intolleranza, della xenofobia, del razzismo e dell’incompresione con cui devono fare i conti gli stranieri. Ma anche della spirale torbida in cui rischiano di finire gli emigranti stessi.
Al sindaco leghista di Verona Flavio Tosi (che ha querelato il cineasta) e al deputato del Pdl Alessandra Mussolini (che ha inoltrato una diffida con richiesta di sequestro della pellicola) non sono piaciuti i commenti con cui nel copione si apostrofano le loro prese di posizione sugli stranieri (rumeni in particolare) presenti in Italia. “Il film – spiega il distributore italiano, la Fandango di Domenico Procacci – tocca il tema, più che mai scottante e attuale, dell’emigrazione.
Francesca è la storia di una ragazza romena che “compra” un lavoro in Italia per 3.000 euro decisa ad aprire un asilo multietnico a Sant’Angelo Lodigiano, cioè proprio nel paesino lombardo da cui prese le mosse Francesca Cabrini, l’intraprendente suora che alla fine dell’Ottocento fece del sostegno agli italiani emigrati in America la missione della sua vita”.
Dopo le iniziative legali dei due politici di destra, i responsabili del Circuito cinema comunali di Venezia hanno sospeso le proiezioni del film riferendosi anche a una richiesta in proposito avanzata dalla stessa “casa di distribuzione Fandango”.
Procacci, però, ha contestualmente confermato che il film andrà come previsto nelel sale italiane a fine ottobre.
“Come sempre – dice – quando si prende un film in distribuzione si difende l’integrità dell’opera e il diritto di espressione dell’autore: in altre parole – sottolinea – andiamo avanti e faremo uscire il film così come è. La mussolini vorrebbe vedere tagliate le parti che la riguardano. Noi difendiamo l’integrità dell’opera e il diritto di espressione dell’autore e quindi a fine ottobre intendiamo uscire con il film in versione integrale e originale.
Se poi un giudice darà ragione alla Mussolini e ci chiederà di cambiare quella battuta, d’accordo con il regista in qualche modo la cambieremo. Magari la frase diventerà ‘quella santa donna della Mussolini che vuole uccidere tutti i romeni’. Se mi posso permettere un commento, trovo che se uno insulta un intero popolo come ha fatto la Mussolini dicendo che i romeni hanno lo stupro nel Dna poi non ci si può stupire se tra loro il suo tasso di popolarità non è alto”.