[Comunicato stampa di Emergency]
Le “accuse” contro Rahmatullah Hanefi, comparse dopo venti giorni di illegale detenzione ad opera di “servizi di sicurezza”, costituiscono un fattore decisivo sulla possibilità di Emergency di proseguire la propria attività in Afganistan. Ripercorrendo l’intera collaborazione di Rahmatullah con Emergency, trova conferma la sua assoluta affidabilità e con essa trova conferma il carattere calunnioso delle accuse che gli vengono mosse. Di questa affidabilità si ribadisce che ha prove anche il governo italiano che già in passato ha avuto conoscenza degli atti e dei comportamenti del collaboratore di Emergency. Per una più ponderata e motivata valutazione della possibilità di proseguire le attività d Emergency in Afganistan, si svolgerà nei prossimi giorni una consultazione congiunta del consiglio direttivo di Emergency e dello staff internazionale attualmente presente in Afganistan. A questo fine, lo staff internazionale di Lashkar-Gah ha già raggiunto Kabul. Saranno ovviamente determinanti, agli effetti di questa valutazione, comportamenti e decisioni, per quanto di propria competenza, dei governi afgano e italiano.
9 aprile 2007
ALTRI COMUNICATI
02 aprile ’07 – Il Comitato Internazionale della Croce Rossa incontra in carcere Rahmatullah Hanefi
Nella giornata di sabato 31 marzo Rahmatullah Hanefi, il collaboratore di Emergency sequestrato dai servizi “di sicurezza” del governo afgano, ha ricevuto in carcere, a Kabul, la visita di rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa, del quale apprezziamo la collaborazione.
Ci pare evidente che non aver fatto incontrare Rahmatullah con Emergency costituisca, ben più che uno sgarbo, un gesto di aperta ostilità nei confronti di Emergency, sulla quale si vogliono scaricare tensioni politiche interne ed esterne che con Emergency, in verità, nulla hanno a che vedere.
Si tratta anche di una inadempienza, dal momento che un protocollo sottoscritto da Emergency con il ministero della giustizia afgano prevede che la nostra associazione visiti i detenuti in ingresso nelle carceri afgane nelle quali gestisce delle cliniche.
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22 marzo ’07 – Liberazione di Mastrogiacomo: aiuto umanitario e contrasti politici
Contrasti nella politica interna italiana e contrasti tra governo italiano e governi di altri paesi sono emersi, a quanto si apprende da organi d’informazione, in relazione ad alcuni aspetti della vicenda creata dal sequestro di Daniele Mastrogiacomo.
Per avere svolto qualche ruolo in alcune fasi della vicenda, Emergency è citata in queste discussioni e in alcuni casi pare costituire uno dei motivi di attrito.
Emergency è entrata in questa vicenda su richiesta del governo italiano, ha agito da tramite fra governo italiano e sequestratori, agendo in stretto contatto e totale trasparenza con il governo stesso.
Ha agito in coerenza con la sua identità e con i suoi principi, certamente noti a tutti gli interlocutori.
Rientra in questi criteri e principi la convinzione che nulla sia comparabile al valore di un’esistenza umana e che, quando concretamente sia in pericolo un’esistenza umana, per salvarla si debba compiere ogni atto che non ne distrugga direttamente altre.
Singole azioni coerenti con questi nostri principi sono risultate coincidenti con le aspettative e le richieste di altri soggetti, che non necessariamente condividono integralmente le nostre convinzioni.
Abbiamo ritenuto doveroso compierle, nei limiti delle nostre possibilità, ma non sottraendoci a nessuna di esse, chiedendo e ottenendo da persone del nostro staff in Afganistan una generosa e impegnativa collaborazione.
Si è subita, nel corso della vicenda, una sconfitta per tutti, nella morte di Said Agha, l’autista di Mastrogiacomo, sequestrato con lui e ucciso dai sequestratori: un peso gravissimo per tutti, indipendentemente da responsabilità morali o penali.
Conseguito, per l’impegno di più parti, l’esito più vistoso dell’azione con la liberazione di Mastrogiacomo, la vicenda non è conclusa.
Di Adjmal Nashkbandi, sequestrato con il giornalista italiano, con cui collaborava come interprete, e liberato con lui, non si hanno notizie.
Rahamtullah Hanefi, dipendente di Emergency nell’ospedale di Lashkar-Gah, che si è impegnato per rendere effettive le azioni richieste dal governo italiano, è stato arrestato dalla polizia del governo afgano all’alba di martedì 20 marzo. Il perdurare incomprensibile della sua detenzione è motivo di estrema preoccupazione per la sua sorte.
Entrambe queste situazioni si collocano all’interno delle azioni compiute dal governo italiano per ottenere la liberazione di Mastrogiacomo e deve ritenersi scontato, non semplicemente auspicabile, che il governo italiano consideri questi problemi urgenze sue, sulle quali immediatamente intervenire.
Per parte sua, Emergency ribadisce di avere semplicemente svolto azioni delle quali era richiesta, ritenendole compatibili e doverose in relazione alla propria natura, senza assumere alcuna iniziativa autonoma, restando assolutamente estranea a qualsiasi azione di politica interna o internazionale.
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