Sabato 17 marzo sarà in edicola il primo numero dell’inserto triveneto del settimanale Carta [ www.carta.org ]: otto pagine dedicate ai territori, alle manovre che subiscono e ai movimenti di base che indicano un futuro sostenibile in alternativa a quello cementificato su cui insistono le principali lobby economiche. Fra i temi trattati nel primo numero, anche il progetto autostradale Cadore-Carnia, un’inchiesta sulla “privatizzazione del paesaggio” del Nordest, un’intervista con lo storico Alessandro Casellato che smaschera il mito dei veneti “sempre obbedienti” e mostra che la stessa vicenda attuale di Vicenza si inserisce in una tradizione secolare di lotte popolari per gli usi civici e i beni comuni.
[Nella sezione audio del sito Bellunopop.it, la conversazione con Gianni Belloni, coordinatore di Carta Estnord]
Qui di seguito pubblichiamo il comunicato che illustra l’iniziativa del settimanale
Ecco il comunicato che annuncia il primo numero del settimanale
Esce come supplemento della rivista Carta – sull’esempio di Carta Qui – Lazio, il supplemento settimanale di Carta dedicato al Lazio – e sarà reperibile in edicola, per abbonamento e nei luoghi di aggregazione dei movimenti e delle associazioni.
Dopo la positiva sperimentazione di CartaQui Veneto – tre “numeri 0” tra ottobre e dicembre del 2006 – CartaQui allarga il suo sguardo all’intero nordest, luogo complesso e differente, ma attraversato dalle stesse dinamiche di trasformazione aggressive e violente, da contraddizioni sopite ma devastanti, e da resistenze che sanno emergere, come a Vicenza, con dirompente vitalità.
CartaQui – Estnord nasce con l’intento di mettere il nordest “a testa in giù” e quindi rovesciare i luoghi comuni, le visioni consuete e gli stereotipi che, con particolare accanimento, imperversano in questi territori. Da questa particolare angolatura, dal basso, pensiamo di riuscire a raccogliere un’altra prospettiva di questi luoghi, intercettare altre risorse e altri legami e magari, suscitare qualche speranza concreta di cambiamento.
Carta Qui – Estnord si candida a divenire uno strumento di lettura, dei fenomeni sociali e territoriali del nordest, l’ex locomotiva d’Italia, utile alla critica dell’ideologia della “crescita”, dando così ragione della profonda crisi culturale, sociale, ambientale e politica che la stessa crescita tumultuosa di questi anni ha provocato in questi territori. L’ambizione è quella di costruire ipotesi di lettura non conformiste delle trasformazioni e, nello stesso tempo, segnalare germogli promettenti di quell’alternativa che si riconosce nello slogan “trasformare il mondo senza prendere il potere”.
Le caratteristiche principali di Carta Qui – Estnord saranno:
– essere luogo di dibattito sul modello di sviluppo di queste terre e sulle possibili pratiche di cambiamento fuori della retoriche che spesso hanno ammorbato la discussione sul “modello Nordest”.
– informare sulle diverse lotte in corso per la difesa dei beni comuni e contro le nocività (esperienze di comitati, associazioni ecc….).
– informare sulle diverse pratiche di alternativa urbane o rurali, economiche e/o di stile di vita (gas, agricoltura biologica, equo&solidali, mutuoaiuto, autogestione, sperimentazioni culturali…) e pratiche di diritti civili e sociali [centri sociali, centri donna, associazioni e centri gay, lesbici e transgender, comitati di squatters e per il diritto alla casa];
– “fare inchiesta” sulle diverse situazioni territoriali e sulle modificazioni in corso che le stanno attraversando.
– aprire una “finestra” sulle Amministrazioni Regionali, sui “lavori in corso” e sui provvedimenti – leggi regionali, piani, circolari – che vengono presi (o che viceversa vengono omessi).
– informare sulle “buone pratiche” a livello municipale che vengono intraprese nei territori.
Perché Carta e perchè Carta Qui – Estnord
Della fruttuosa esperienza di Carta condividiamo lo spirito aperto di continua ricerca. Riteniamo il rapporto con Carta decisivo per configurare il progetto di Carta Qui – Estnord e per arricchirlo del respiro non meramente localistico di critica radicale allo stato di cose presenti. D’altronde vi sono caratteri specifici che emergono nel “radicarsi localmente” e che contribuiscono a disegnare il profilo singolare dell’impresa che vogliamo intraprendere.
Vediamone alcuni:
1 – questo territorio è stato contraddistinto, più di altri, dalla crescita economica – nordest come “locomotiva” – e il dibattito ufficiale sul suo futuro si arrovella quasi unicamente attorno a questo tema.
2 – l’egemonia culturale esercitata dall’ ”economico” qui si presenta in termini più radicali, tanto che nel dibattito politico le esigenze dei piccoli e medi imprenditori divengono le esigenze del nordest tout court;
3 – e forme di precarizzazione del lavoro sono molecolari, dagli stabilimenti industriali [vedi ad esempio zanussi o fincantieri ma anche “giovanni rana” e “amadori”] alle piccole imprese [vedi concerie, tessile, high tech] ma anche “lavori immateriali” e “lavori della conoscenza” [dai call center ai ricercatori agli uffici stampa];
4 – il territorio del nordest è in realtà contraddistinto dalla sua incredibile varietà naturale, culturale e sociale. Varietà non del tutto omologata della devastante crescita degli ultimi anni
5 – è un territorio sociale ricchissimo di esperienze associative, vere e proprie infrastrutture di servizi, capaci di produrre pratiche inedite, sperimentazioni culturali e creative, spazi di libertà, ma su cui si esercita la “retorica del volontariato” come macchina di consensi, di controllo sociale e di delega per politiche di welfare;
6 – il nordest è terra di frontiera – per quello che questo termine significa in epoca di globalizzazione – rispetto ai paesi della “nuova Europa”, oltre a condividere un mare con i Balcani;
7 – il nordest è attraversato da ambivalenti richieste di autogoverno e di autonomia
8 – gli esiti nefasti ed evidenti di una crescita “spontanea” disordinata e distruttrice sta provocando una forte richiesta di governo partecipato e condiviso delle trasformazioni
Questi elementi, insieme ad altri, contribuiscono a fare di questo territorio un luogo ospitale per la ricerca, l’azione e la proposizione di progetti, anche radicali, di cambiamento.
Il giornale
Carta Qui – Estnord sarà di 8 pagine a colori con fotografie e una grafica analoga a quella di Carta: articoli brevi, riquadri, foto. Anche se luogo comune di associazioni e movimenti Carta Qui – Estnord vuole evitare come la peste i luoghi comuni, anche quelli tipici dell’area a cui si rivolge, i concetti accomodanti che nulla più significano ma che molto difendono rispetto allo spaesamento dilagante. Vogliamo osservare la realtà e raccontarla partecipandovi e mettendo alla prova seriamente le nostre lenti di lettura. Se la verifica non regge occorrerà ammetterlo anche se questo potrà scontentare più di qualcuno.
Temi
L’inchiesta su una questione complessa – legata ad un luogo (es. Polesine) o ad un tema (es. sanità) – avrà uno spazio importante sul giornale, così come la riflessione di un testimone – un romanziere, un operatore del sociale, un filosofo, un insegnante…- che possa, dalla sua angolazione, offrire sguardi non consueti sulle trasformazioni. Uno spazio importante verrà riservato all’agenda: uno strumento per promuovere le iniziative che vengono promosse, ma anche un osservatorio che dia conto di quello che si “produce” socialmente nel territorio. Di alcune iniziative, le più significative, verrà dato un resoconto. Oltre ai macro-fenomeni cercheremo di indagare i piccoli conflitti, le condivisioni, le mediazioni ed le esperienze che riguardano paesi, condomini e piccole realtà: “piccoli” avvenimenti – una sorta di microfisica dei luoghi – che coinvolgono in presa diretta la soggettività e le risorse delle persone. Inoltre cercheremo di aprire una “finestra” sui lavori in corso all’interno delle amministrazioni regionali, cercando di far capire quanto peso abbiano le scelte compiute a livello regionale nella vita quotidiana di ciascuno. Temi che verranno affrontati saranno quelli del commercio equo solidale, dei gas e del biologico e sul mondo del lavoro e dei lavori.
LINK: www.carta.org