[ da Liberazione – www.liberazione.it ]
Un gruppo di scienziati ci informa che tra 100.000 anni l’umanità si dividerà in due: da una parte quelli belli ricchi e intelligenti; dall’altra i poveri, tarchiati e stupidi. Quando non molto tempo fa Giuliano Ferrara ebbe la geniale idea di proporre una manifestazione a favore degli Stati Uniti e del loro devastante colonialismo mondiale si parlò di una scesa in campo degli obesi contro i magri. Anzi, i magrissimi. Da una parte gli stati volenterosi, abbienti e devastatori, dall’altra gli stati canaglia, poveri e devastati. In mezzo popolazioni già marchiate da allucinanti differenze fisiche. C’è chi spende per togliersi chirurgicamente la pancia o il doppio mento quanto basterebbe a migliorare per generazioni la salute di un’intera famiglia indigente. Quando Darwin scrisse L’evoluzione della specie l’interesse della comunità scientifica mondiale fu immediato. Anche un certo Karl Marx se ne accorse e propose a Darwin di dedicare a lui il secondo volume dell’opera che stava scrivendo, Il capitale. Darwin declinò l’invito, era troppo vecchio per leggere le bozze. Ma in quell’incontro (mancato) tra Darwin e Marx sta la chiave di lettura di questo studio delle razze del futuro. La selezione naturale è nel caso dell’uomo quanto di meno naturale ci sia. L’adeguamento all’ambiente caro a Linneo non c’entra più nulla, la selezione è iniziata già da sempre e gli scienziati farebbero meglio a studiare filosofia morale e economia politica invece di esibire come sia scontata la storia dell’uomo dominato dai soldi, la nostra storia attuale e immaginata a senso unico. E’ una lettura ipercapitalistica del futuro, quella che ci viene proposta. I ricchi diventeranno sempre più ricchi e intelligenti, i poveri sempre più poveri e scemi. Non occorrono 100.000 anni per verificare quali possano essere le condizioni mentali e di salute di uno stagista di 45 anni o di un co. co. pro in ansia perenne e pluridecennale. Questo rimanendo nella pur ricca Italia. Potremmo valutare anche le prospettive degli abitanti di stati da sempre colonie di stati che hanno schiavizzato e schiavizzano le persone per sottrarre loro le risorse. C’è qualcosa di insopportabilmente razzista, razzista e beatamente fascista nella lettura del futuro come affermazione esasperata dell’esistente. Ecco il motivo del richiamo a Marx. L’imbarazzante Karl Marx pronto a accogliere le idee dell’evoluzionismo ma non disposto a confondere quanto mostruosamente creato dall’uomo stesso con l’azione della natura. Sarà un mondo di miliardari intelligenti contro neoproletari idioti quello che ci attende? Ma non è necessario aspettare il futuro o fare ricerche scientifiche per renderci conto che questa visione del mondo corrisponde a una precisa ideologia che, nel Novecento, ha avuto il suo massimo livello di divulgazione scientifica nel nazismo e che oggi si riaffaccia nell’estremizzazione lisergica di un modello di uomo e di donna accessibile solo a pochissimi e spaventosamente selettivo. Bellissimi contro orrendi, perchè la bellezza ha un suo prezzo, altissimo, e la coperta delle risorse mondiali è troppo corta per coprire tutti. Se è possibile contrapporre a questi studi scientifici una consapevolezza ideologica, siamo certi che quanto è più dubbio è che la futura “razza superiore” debba essere “intelligente”, perché l’intelligenza è il patrimonio comune di tutte le culture della terra, passate e presenti, e una stirpe di ricchissimi padroni della terra non può essere che il delinquenziale primato di una tribù di sacerdoti del dio denaro. Alti, in salute.
E completamente scemi.
[Articolo tratto da Liberazione – www.liberazione.it ]