Da www.carta.org
Anche la farsa dei voti contestati è finita: la Cassazione ha confermato la vittoria elettorale dell’Unione. Ora comincia un cammino accidentato che porterà alla formazione del governo Prodi. Pare che non sarà semplice. Nel centrosinistra ci si deve mettere d’accordo su molte cose: le presidenze delle camere, i nomi dei ministri, ecc. Nel frattempo, una volta formati i gruppi parlamentari [dal 28 in poi], ci si attorciglierà attorno al nome del nuovo [o rinnovato] presidente della repubblica: i “grandi elettori” [deputati, senatori e rappresentanti delle regioni] voteranno dal 13 maggio in poi. Prodi avrà l’incarico prima o dopo quella data? Berlusconi è ancora a Palazzo Chigi, e ci resterà per diverse altre settimane: dopo la panzana dei brogli, dopo l’enormità della Grossa Coalizione: cos’altro inventerà?
Domanda: perché ci preoccupiamo tanto di questa vicenda politica-politica? Beh. intanto perché sono in molti [come si legge nel nostro forum sul dopo-elezioni, in questo stesso sito] a pensare che prima di tutto bisogna cacciare Berlusconi definitivamente, poi che si tratta di “vigilare” perché si formi un governo di centrosinistra [e non di centro-centro-sinistra o simili], e solo allora ci potremo dedicare alle mille emergenze sociali e alle buone proposte che la società civile organizzata ha da avanzare. Una sorta di politica dei due tempi applicata all’Unione. E poi ci interessa perché, è vero, una certa soluzione del risiko politico-parlamentare, o un’altra, un certo ministro o un altro, fanno una certa differenza. Anche se, ingenuamente, noi continuiamo a pensare che la pre-condizione indispensabile, affinché il governo dell’Unione dia qualche buon esito, è che movimenti e comunità locali, reti sociali e associazionismo siano consapevoli della loro autonomia, forza e capacità di proporre – appunto – soluzioni ragionevoli e innovative [nonché di dire no, se è il caso].
Per fare un esempio: noi siamo contenti che un partito come Rifondazione sia andato bene, alle elezioni, e possa fare da contrappeso ai “riformisti” di Ds e Margherita. Ma se poi a Torino Rifondazione si accorda con il sindaco Chiamparino, mettendo tra parentesi – in modo un po’ ipocrita – la questione fatale della Tav in Val di Susa, allora noi pensiamo che i nostri amici di Rifondazione di Torino rimarranno tali, ma che per fortuna il movimento No Tav, che pure ha votato massicciamente nei paesi della valle per la sinistra radicale, è forte ed è autonomo dalla politica. Moltiplicate questo esempio per centinaia di altri luoghi e per decine di altre questioni, e sarà facile vedere come un governo dell’Unione è una condizione probabilmente necessaria: ma certo non è sufficiente, anzi.
Però, siccome siamo prudenti, pensiamo che prima di tutto bisogna capire, dibattere. Ed è appunto quel che facciamo qui, nel sito, ed è quel che faremo nel settimanale in uscita sabato 22 [attenzione: da questa settimana Carta uscirà sempre di sabato], in cui abbiamo interpellato Fausto Bertinotti e Gianfranco Bettin, Roberto Biorcio e Riccardo Petrella, Alberto Castagnola, Giulio Marcon e Chiara Sasso [la nostra amica valsusina, appunto]. Proponiamo di rifletterci, insieme. Scriveteci le vostre opinioni e leggete quelle altrui.
[A proposito: siccome si apre un periodo nuovo, anche il settimanale si rinnova, costa 20 centesimi in più, cioè 2 euro, ma in compenso è migliorato alquanto, secondo noi: prendetelo e provate, se volete].
Da www.carta.org