di Alessandro Magni *
Sono sobbalzato sulla sedia quando ho letto su un giornale di tiratura nazionale (il Manifesto) la notizia che il listone prodiano si era inventata una campagna elettorale a base di acqua. Acqua prodiana doc. Tra di me ho pensato, ma questi hanno perso la bussola. Come se l’anno dell’acqua, appena trascorso, non avesse sedimentato niente. Mentre in questi anni reti e movimenti della società si sono dati da fare per affermare il principio che l’acqua è un diritto di tutti, che non può essere considerata una merce al pari di tante altre, che non può essere privatizzata, ecco cosa ti fanno gli strateghi della comunicazione dell'”Uniti dell’Ulivo”. Propongono una bottiglietta di mezzo litro d’acqua minerale, liscia o gassata, impachettta in arancione come gadget promozionale per la campagna elettorale. Al grido di liberiamo l’ottimismo e guardiamo al futuro e consimili scemenze.
Non si rendono conto che ormai il controllo dell’acqua è ormai un affare di poche multinazionali nel mondo: Nestlè, Danone, Coca Cola che si contendono un mercato di 84.000 miliardi di litri che è destinato a duplicarsi nel 2010? Con le multinazionali che si appropriano dell’acqua dei paesi dove si stabiliscono privando di quel bene che dovrebbe essere di tutti la gran parte povera di quegli abitanti ?. E l’Italia non si tira indietro se si pensa che per il consumo pro-capite di acqua imbottigliata è al primo posto nel mondo. Pensiamo solo ai Tir che vanno avanti e indietro per la penisola, per vendere acqua siciliana in Lombardia e acqua del Trentino in Calabria. Pensiamo a un’acqua che ha pochissimi controlli contrariamente a quella pubblica dei nostri rubinetti, e con parametri di gran lunga più permissivi dell’acqua dei nostri acquedotti. Un’acqua insomma di incerta qualità che costa mille volte di più di quella che, in analoga quantità, possiamo bere semplicemente aprendo il rubinetto. Un acqua che sicuramente non fa bene né alla salute né al portafoglio, senza dimenticare l’impatto di tonnellate di plastica che andranno a popolare discariche e inceneritori. Anche questo sempre a carico della nostra salute, dell’ambiente e delle nostre tasche.
Una geniale pensata. Che si sta trovando contro pezzi importanti dei movimenti ambientalisti e mondialisti che hanno minacciato il non voto per il listone con una lettera scritta a Rutelli e a Fassino se non cambiano campagna.
Personalmente mi limito a proporre ai nostri candidati locali, di tutte le formazioni politiche, un semplice gesto di buon senso. Diano, come si diceva un tempo, il buon esempio. Vadano pure avanti con la loro acqua in questa campagna elettorale, ma acqua dentro delle belle caraffone in vetro da riempire con bei getti freschi d’acqua di rubinetto.
È veramente ora di darne un taglio con l’acqua minerale. Sarebbe tempo che in ogni sala dove ci sia un convegno, si ritorni a disporre di salubri contenitori di vetro e bicchieri dello stesso materiale. Non dovrebbe costare disturbo custodirli in un qualsiasi armadio o ripostiglio, da riusare ogni volta ne occorra rivolgendoci a san Rubinetto. E’ infinitamente più comodo. Costa meno. E fa cessare un malcostume che inconsapevolmente ci ha fatto diventare schiavi di una pubblicità ingannevole e demenziale. Insomma diventiamo… moderni.
Per quanto ci riguarda terremo d’occhio i convegnisti in questa campagna elettorale. E siamo pronti a cambiargliela l’acqua. Sotto il loro naso. Con quella del rubinetto. E con il voto.
* Attac-Lecco – Centro Khorakhanè