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Le Simone e la carica degli sciacalli

(Tratto dalla Newsletter del gruppo sindacale Giornalisti senza bavaglio – www.senzabavaglio.info)
di Pino Nicotri
Curioso comportamento quello di molti, anzi di troppi politici, maestri di pensiero e grandi firme, sulle due Simone liberate. Furoreggia la pretesa di misurarle con il “ringraziamentometro”, nuovo strumento dell’Italia cortigiana, per poi etichettarle di corsa e a seconda della convenienza della propria bottega. Ma, se non sbaglio, loro stavano in Iraq da una decina d’anni, ben prima cioè che il nostro governo avesse la bella pensata di accodarsi a Bush a invasione avvenuta. La logica impone quindi di presumere che l’invio di militari deciso dal governo Berlusconi le abbia messe sotto il mirino dei malintenzionati. Loro e molti altri italiani che stavano già lì da anni come testimoni e operatori di civiltà e di pace.
Senza l’invio “berlusconiano” delle nostre truppe le Simone e gli altri operatori non avrebbero corso nessun rischio particolare, e infatti prima campavano tranquillamente e senza fastidi di sorta.
L’onestà, il calendario, le sproporzione nelle responsabilità e la precisione vorrebbero quindi che Berlusconi intanto le ringraziasse lui, per primo, per il loro comportamento globale, tenuto prima, durante e dopo, perché fa onore a tutto il Paese, compreso lo stesso Cavaliere. Le ragazze devono ringraziare anche, ma non solo, Ciampi, Berlusconi, Frattini, Letta, i dirigenti della Croce Rossa, i capi dei servizi segreti, eccetera.
Ma perché mai si pretende che ringrazino per nome e che ringrazino soprattutto Berlusconi? Se non si tratta di uno spot pubblicitario, non è più serio ringraziare “il governo e le istituzioni”, cosa che peraltro hanno già fatto? Non è più corretto ed educato ringraziare di persona i singoli personaggi, cosa peraltro che hanno già fatto in aereo a Ciampino prima di sbarcare? A quanto pare, le due Simone non intendono fare le Veline né essere assunte alla Rai o a Mediaset né a Publitalia: non c’è quindi motivo che si comportino da lacchè, così come – a quanto pare – non amano indossare pantaloni trasparenti con mezzo sedere e mezzo monte di Venere in bella vista.
Capisco che impazzino i tipi alla Calderoli, in eterna adorazione pubblica degli “attributi” di questo o di quel leader, ma non si può pretendere che tutti abbiano lo stesso esibizionismo e la stessa dose gregaria di volgarità “attributistica”.
Non sarei neppure così fiscale sul fatto che abbiano o no già perdonato i loro sequestratori: non è forse il nostro Paese quello dove si invoca subito, a cadaveri ancora caldi – il perdono perfino da parte di vedove e figli di magistrati e poliziotti uccisi – e non solo sequestrati per 21 giorni – dalla mafia o dai “pastori” sardi e calabresi?
Suscita davvero orrore e ribrezzo l’impancarsi a giudici – nei confronti di due ragazze necessariamente ancora spaesate e non informate – da parte di politici e giornalisti che hanno sulla coscienza l’avere tifato e spinto alla guerra irakena (più o meno 15 mila morti ammazzati fino ad oggi) sulla base di balle, inganni deliberati, scoop giornalistici fasulli e bugie non so se più pietose o più criminali. Siamo cioè alla carica degli sciacalli.
Credo che tutti, ripeto TUTTI, dobbiamo ringraziare le due Simone anche solo per il fatto che esistono. Così come dobbiamo inchinarci davanti a Quattrocchi e Baldoni. I cui cari non hanno invece, purtroppo, da ringraziare proprio nessuno.

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