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Rom, Sinti e Camminanti: gli zingari in Italia
Sono 110 mila: nel complesso della popolazione la percentuale più bassa d'Europa
 

   Gli Zingari che vivono in Italia sono circa 110.000,  la più bassa percentuale in tutta Europa.

   Gli Zingari di cittadinanza italiana (fra cui gli ultimi nomadi) sono circa 70.000:

· Rom ABRUZZESI e MOLISANI

   Estesi anche al nord della Campania e della Puglia, a tutto il Lazio e con “colonie” in Umbria, Toscana, Emilia, Veneto, Alto Adige, Lombardia).
Fra tutti i rom centromeridionali giunti a seguito dei profughi arberes'h (leggi albanesi) immediatamente dopo la battaglia di Kosovo del 1392, è il gruppo più tradizionalista e che conserva intatto l'uso della lingua romanì. Loro mestiere tradizionale era quello dell'allevamento e del commercio di equini, mentre non risulta una cultura di lavorazione dei metalli. Molto diffusa tuttora la pratica 
della chiromanzia fra le rumrià, che spesso è l'unico sostentamento delle famiglie.

· Rom NAPOLETANI (detti Napulengre)

   Fortemente mimetizzati nel capoluogo, vivono in comunità nella cintura partenopea e in tutte le altre provincie campane; fortemente inseriti fino a trenta anni fa in tutta l'economia campana, fabbricavano arnesi per la pesca, praticavano spettacolo ambulante con pony e pianole nelle ville e nelle piazze, addestravano pappagallini per la chiromanzia; vivono soprattutto di piccolo commercio ambulante, ma qualcuno ancora esercita i vecchi mestieri spesso spingendosi, a piccoli nuclei, nelle regioni circostanti).

· Rom CILENTANI

   Stanziati da secoli nel basso Salernitano in diversi centri, fra i quali una grande comunità, circa 800 rom, si trova ad Eboli, dove alcune rumrià hanno raggiunto alti livelli di scolarizzazione fino alla laurea; erano annoverati, in quanto zingari, fra i mestieri ufficiali del Cilento per la loro indispensabile arte di riparatori ambulanti di utensili per la campagna.

· Rom LUCANI 

   Anche loro in passato grandi allevatori di cavalli, vivono in tutta la Basilicata
con alcune “colonie” nell'Alto Cosentino, sono le comunità 
più integrate nell'economia del sud; addirittura a Melfi una rumrì lavora
nella segreteria del Sindaco.

· Rom PUGLIESI

    Numerosi in tutta la regione ma soprattutto nel Salento, sono del tutto simili ai loro fratelli lucani, ma con un tenore di vita più basso; è ancora attiva la produzione artigianale da parte delle rumrià di piccoli attrezzi in metallo per l'economia domestica; non rara la gestione di macellerie equine.

· Rom CALABRESI

   Molto numerosi in tutte le province calabresi, con minore densità a Vibo, sono Gli sicuramente i rom più poveri del nostro paese, tanto che non meno di 2000 vivono ancora in baraccopoli; in particolare nel reggino ed in tutto il catanzarese il livello di vita è più precario degli stessi khorakhanè bosniaci, a fronte invece di una ottima condizione abitativa nel cosentino; come attività, hanno abbandonato il commercio 
di cavalli e l'attività di fabbri e sono quasi tutti impegnati nella rottamazione; sono attive però ben tre cooperative sociali fra Cosenza e Reggio.

· CAMMINANTI SICILIANI

   Semi stanziali anche a Milano, Roma e Napoli, sono con i kalderasha fra gli ultimi nomadi ancora con i vecchi mestieri di arrotino e ombrellaio e con quello recente di manutenzione delle cucine a gas; la più grande comunità vive a Noto).
Questi sette gruppi arrivano a circa 30.000 unità

· SINTI GIOSTRAI

   L'esame del loro romanès, lascia ragionevolmente dedurre che si tratti dei primi zingari giunti via terra in Italia all'inizio del 1400, tutti comunque diffusi nelle regioni del centro - nord e in estate anche nel sud e nelle isole; prendono la denominazione dalle regioni, i cui dialetti stanno lentamente soppiantando la lingua romanì: Sinti Marchigiani, Sinti Emiliani, Sinti Veneti, Sinti Lombardi, Sinti Piemontesi, Sinti Gackane (leggi Tedeschi). La mancata dolosa applicazione da parte dei Comuni della Legge Corona sullo spettacolo viaggiante del 1968, sta facendo scomparire con loro il più antico dei mestieri zingari, trasformandoli in rottamatori o venditori di bonsai artificiali). I Sinti contano circa 30.000 unità.

· Rom HARVATI

   Si tratta di Rom immigrati in Italia dal Nord della Jugoslavia, in conseguenza delle due guerre mondiali e della persecuzione Ustascia, comunque riconosciuti cittadini Italiani anch'essi; vivono tutti nel centro-nord in particolare nelle regioni orientali; i Rom Istriani e Sloveni, già cavallari, adesso vivono di rottamazione;
i Rom Kalderasha sono invece l'ultimo gruppo dalle autentiche tradizioni nomadi, riuscendo a praticare tuttora l'attività millenaria di lucidatori e battitori di metalli e le rumrià la chiromanzia. 
Si tratta di 7.000 unità complessive.

· Rom LOVARA 

   Consideriamo quei Rom di cittadinanza spagnola o francese che transitano per periodi molto lunghi in tutta Italia, sia per motivi economici, che per i raduni del nuovo credo religioso evangelista; peraltro si contano anche alcuni piccoli gruppi di Lovara “slavi”, ”svedesi” e apolidi. Non più di 1.000 unità.

Zingari dell'est europeo in Italia

   Gli zingari provenienti dall'est europeo  (Polonia, Romania e soprattutto Jugoslavia) sono circa 40000.
Si intendono con questo termine quelle popolazioni zingare giunte in Italia a ondate successive dal 1967 in poi dal sud della Jugoslavia, in particolare dalla Bosnia-Erzegovina, dalla Serbia, dal Kosovo e dalla Macedonia e più di recente anche dalla Romania, mentre a Novara vive da decenni una comunità di rom polacchi. 
NESSUNO DI LORO E' più NOMADE sin dal 1946, allorchè nei paesi del socialismo reale fu progressivamente attuata una politica paritaria della casa che coinvolse anche i milioni di rom seminomadi.

· ROM KHORAKHANE' (= zingari musulmani)

· “cergarija” (cerga in serbo-croato = tenda) ; giunti nel 1967 a Milano, vivono in grandi comunità in campi comunali del Centro-Nord; sono tutti originari dellla cittadina bosniaca di Vlasenica.
· “crna gora”(= Montenegro), fra di loro gli ultimi grandi Maestri Ramai, nell'ultimo cinquantennio sono immigrati in massa in Bosnia, Croazia ed Erzegovina.
· 
· “shiftarija” e “mangiuppi” (shiftar = aquila, simbolo dell'Albania; tutti originari del Kosovo, ma con forti nuclei immigrati in Macedonia e Montenegro); sono su tutto il territorio nazionale e costituiscono il gruppo di rom extracomunitari più numeroso ed in forte espansione; sono gli unici khorakhanè che dispongano di una gerarchia e formazione religiose. Alcune loro grandi comunità hanno ripreso l'uso della casa anche in Italia.
· “kaloperija” (provenienti da famiglie miste e legati ai cergarija)
 
 

· ROM DASIKHANE' (cristiano - ortodossi, alla lettera “serbi”)
· KANJARIJA (e i gruppi affini “mrznarija”, “busniarija”, “bulgarija”, “arlija” , “bankulesti”)

   Come i crna gora per i khorakhanè, sono tutti originari di una regione (in questo caso la Serbia), ma successivamente immigrati in altre (Macedonia e Croazia). Sono presenti (anche da trent'anni) nel Centro-Nord e nel sud soltanto nel Napoletano e in Sicilia. Fortemente tradizionalisti nell'organizzazione sociale interna, curano meticolosamente le alleanze matrimoniali. Soltanto gli Arlija non usano correntemente la lingua romanì. 
· RUDARI (parola rumena che corrisponde al latino gens) sono immigrati in Serbia dalla Romania circa un secolo fa portandosene l'uso della lingua e abbandonando il romanès. Erano ursari ed in genere circensi. Sono tutti di Kragujevac ed in Italia vivono nel centro-nord. 
 
 

· ROM RUMENI

    Scacciati dalla Germania dopo la compravendita marchi/profughi fra il loro governo post-Caesescu e quello tedesco, provengono da Craiowa e Timisoara dove nel frattempo molte delle loro case erano state bruciate dalle bande neonaziste. Sono in una rapida espansione immigrativa nel nostro Paese. Fra di loro alcuni complessi di musicisti professionisti che non disdegnano l'attività artistica di strada. La più grande comunità è stanziata a Roma.
 

** Khorakhanè e dasikhanè sono presenti capillarmente in tutte le regioni Italiane, fatta eccezione per la Lucania e il Molise. I rom rumeni non sono più di un migliaio, tutti gli altri sono dell'ex - Jugoslavia o della Federazione Jugoslava, ivi compresi i rom profughi di guerra.


o

Le schede che
pubblichiamo
sono a cura di 
Massimo Converso, segretario nazionale dell'Opera Nomadi, e sono tratte da:
Ratko Dragutinovic,
i KAÑJARIJA
storia vissuta
dei rom dasikhanè 
in Italia
Edizioni Multimage, Torino 2000
 

Grazie all'autore, all'editore e a
Olivier Turquet

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del dossier
Zingari
aprile 2000

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