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"Ho scoperto l'Africa
in Italia..."
Parla il giornalista Filomeno Lopez venuto
in Italia dalla Guinea Bissau per studiare teologia
«Non sono un filosofo, sono soltanto un tipo curioso che cerca di utilizzare le proprie conoscenze come chiavi di lettura per capire se stesso, l’Africa e il mondo in generale» dice di sé Filomeno Lopez, giornalista e autore di due libri di filosofia: “Terzomondialità” (ed. L’Harmattan, 1997) e “Filosofia intorno al fuoco”, di prossima pubblicazione. Ed ha lo sguardo dolce e attento Filomeno, mentre racconta la sua storia di “immigrato” atipico. La sua partenza dalla Guinea Bissau nel 1984 e l’arrivo in Italia come studente di Missiologia e poi di Teologia fondamentale e Filosofia e Comunicazione sociale. Oggi Filomeno Lopez lavora a Radio Vaticana, dove tiene – tra le altre cose – una rubrica sulla storia dell’Africa. Ma è anche uno dei maggiori animatori del Centro di riflessione Africa 2000 (Cra2000), che raccoglie un gruppo di giornalisti africani intorno all’idea di offrire un’immagine dell’Africa diversa da quella generalmente diffusa dai mass media. Un’Africa vista non tanto come luogo di problemi, ma come fonte di ricchezza per l’intera umanità. Aveva sedici anni e mezzo quando è arrivato nel collegio Mater Ecclesia, dove facevano vita comune religiosi e laici, provenienti da 45 nazionalità differenti. «Ogni incontro è sempre una morte» spiega Filomeno Lopez. «Ma si dice che se il seme non muore, non dà neppure il frutto». L’Italia era diversa allora, gli stranieri erano relativamente pochi, e gli italiani manifestavano nei loro confronti sentimenti più di curiosità che di ostilità. Ma è stato proprio in Italia che Filomeno ha scoperto di essere africano. «Io ho
vissuto l’Africa, ma non l’ho mai studiata», racconta. «Ho
fatto sì tutti i riti di iniziazione, ma a scuola si imparavano
soltanto cose europee». Eppure in Italia non gli chiedevano mai di
parlare di questo o di quell’altro filosofo europeo, neppure di quelli
che aveva studiato approfonditamente. Gli chiedevano di intervenire solo
come africano, su questioni tutte africane. Da qui è nata l’esigenza
di comprendere la propria terra e un lavoro basato su una visione più
consapevole del colonialismo europeo e dei rapporti con l’Occidente.
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o | Questo
articolo
è stato pubblicato sulla Rivista del volontariato Vai
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